Carlo Nordio sul referendum: "Pd per il Sì solo per convenienza. E se dopo un mese cade il governo?"

Categoria: Italia

“Se vince il Sì, questo parlamento deve andare a casa. Se dovesse vincere il No, è il governo a doversene andare”.

16 settembre 2020 libero.it da italiaoggi.it

“Se vince il Sì, questo parlamento deve andare a casa. Se dovesse vincere il No, è il governo a doversene andare”. Così Carlo Nordio si è espresso in merito al referendum sul taglio dei parlamentari in un’intervista rilasciata a ItaliaOggi. Secondo i sondaggi è scontato il successo del Sì: “Sarebbe una vittoria grillina - è l’opinione dell’ex procuratore aggiunto di Venezia - anche se gli altri partiti sosterrebbero di esserne stati patrocinatori. Il parlamento dovrebbe andare a casa? Perché dal Sì al taglio emergerebbe un problema istituzionale e politico enorme: la delegittimazione dell’attuale parlamento. Temo che non si sia considerato abbastanza seriamente il fatto che non saremmo in presenza di una nuova legge elettorale, ma di una vera e propria rivoluzione della nostra Carta fondamentale, che prevederebbe un parlamento costituito in modo affatto diverso dall’attuale”.

Nordio ha parlato anche del ribaltone all’interno del Pd, con la direzione e il segretario Nicola Zingaretti che hanno dato indicazione di votare Sì al referendum: “Pure ragioni di convenienza politica, una concessione all’alleato pentastellato senza badare alla coerenza”. Può esserci una crisi di governo in base all’esito della consultazione popolare? Si possono sciogliere le Camere e tornare a votare? Nordio ha risposto agli interrogativi di ItaliaOggi: “Supponiamo che vinca il Sì e che dopo un mese cada il governo e sia impossibile formarne un altro. Le Camere dovrebbero essere sciolte, ma con quale sistema andremmo a votare? Nessuno lo ha detto, nessuno lo ha previsto”. Nel remoto caso in cui clamorosamente dovesse avere la meglio il No, allora si verificherebbe un solo scenario: “Cadrebbe il governo. La vittoria del No sarebbe infatti una sconfitta insopportabile per i 5 Stelle, che hanno voluto questa riforma e ne hanno fatto un presupposto imprescindibile della loro attività politica”.