Decrescita e castigo: i guai del nuovo senso comune

Categoria: Italia

I nuovi sindaci ecologisti plebiscitati in Francia, dicono che lo sport è machista, alcuni deviano il corso del Tour de France per non incontrare il monumento a pedali da abbattere: Ce l’hanno anche con il cibo…

GIULIANO FERRARA 20.9. 2020 ilfoglio.it lettura 3’

Un’ideologia pervasiva ha occupato il letto e la tavola, il campo sportivo e sopra tutto le teste. Politica, slancio per la giustizia e i diritti: tutto scompare di fronte alle rivoluzioni che avvengono nel costume

Noi stiamo qui a dilettarci, si fa per dire, con la Costituzione, la politica, il pericolo di una dittatura populista dei grillini, il numero di deputati e senatori, la legge elettorale, il destino della sinistra anonima e modesta che ci ritroviamo, la baldanza grottesca della destra salviniana, l’ipotesi della moderazione e della compostezza affidata a Meloni e al Cav., e più in generale pensiamo che sia ancora in piedi il nostro vecchio mondo. Intanto le cose nuove avvengono, capitano, si diffondono, e sono guai.

I nuovi sindaci ecologisti plebiscitati in Francia, per esempio, dicono che lo sport è machista, alcuni deviano il corso del Tour de France per non incontrare il monumento a pedali da abbattere, ce l’hanno anche con il calcio e con le Olimpiadi, ovviamente, ce l’hanno con le infrastrutture di una civiltà del desiderio, dello svago, del piacere e della competizione che considerano condannata, cieca, incapace di attingere il supremo equilibrio di un noiosissimo mondo di compatibilità e sostenibilità. Ce l’hanno anche con il cibo. Il sindaco di Lione ha fatto telefonare al catering dei ricevimenti e ha chiesto pasti leggeri, senza carne, lo stesso, a quanto mi dice Marc Osouf, i nuovi padroni di Strasburgo, anche loro hanno comunicato vegetarianesimo e altre bellurie alla bella e capace proprietaria, Annie Leclerc, del Pont des Vosges, una brasserie amata dalla guida Gault & Millau e da eserciti di buongustai, e da anni, e lei ha risposto loro di rivolgersi altrove.

 

La battaglia di Zama uccise Cartagine, e che gloria, noi saremo uccisi nella battaglia della choucroute, magari per paura positivista e magica che l’allevamento dei suini inquini e riscaldi il mondo, che bestialità. Le generazioni che verranno avranno consigli sul vino dagli astemi e dai bevitori di gas, impulsi a muoversi solo in monopattino, sarà lo sterminio del diesel benedetto e la distruzione oltre che dei monumenti degli stadi, delle piste automobilistiche Formula1, la loro storiografia sarà riscritta nei safe space dei campus americani, tutto sarà ritinto, compreso l’amore, compreso il sesso, compresa la galanteria, da un’ideologia pervasiva che ha occupato il letto e la tavola, il campo sportivo e sopra tutto la testa universale dell’uomo e della donna universali. L’intimidazione e il proibizionismo, fattisi avanti con le scritte sui pacchetti di tabacco e sulle sigarette, faranno altri progressi a scuola, convinceranno i bambini a diventare adulti nella presunzione infantile che un altro mondo è possibile, un mondo senza sapori, senza tutto quello che fa gioco, che segna punti e vittorie e sconfitte, che solletica il gusto e un certo ardimento vitale solo nei contrasti, perché tutto questo è vecchio patriarcato, è espressione di identità rifiutate in nome di non si sa quale diversità che è poi l’idolo del pensiero oggi dominante e unico.

Va detto, in questo delirio di cui alla fine siamo tutti chiamati a fare parte, che le vere rivoluzioni avvengono nel costume, conta più il #MeToo di ieri e di oggi di qualunque battaglia campale o marittima, di qualunque Trafalgar, di qualunque Dunkirk, le campagne elettorali, i partiti, lo slancio per la giustizia e le garanzie e i diritti, il residuo delle ideologie, i riformismi, tutto questo scompare di fronte alla forza immensa del nuovo senso comune andante. Ciascuno pensa di poter vincere o perdere al solito vecchio gioco, le classi, i popoli, le élite, l’ordine costituzionale, la democrazia, la democratura, la tirannia, ma non è più così, questo è il sospetto, conta il nuovo gioco del modello di vita ispirato a decrescita e castigo della forza identitaria in tutte le sue manifestazioni nel pianeta evanescente che crede di salvarsi negando le sue radici e inventandone di nuove, sempre più verdi, sempre più immature, sempre più acerbe, sempre più fragili.