LA LEGA RESTA (PER ORA) NELL’EUROGRUPPO COI SOVRANISTI DI MARINE LE PEN

Categoria: Italia

E I NAZIONALISTI TEDESCHI DI “ALTERNATIVE FUR DEUTSCHLAND” PER NON PERDERE LA PRESIDENZA E I BENEFICI CHE QUESTA COMPORTA

Amedeo La Mattina per “la Stampa” Dagospia.com 13.10.2020

MA IL PARTITO È DIVISO: METÀ DEGLI EUROPARLAMENTARI APPOGGIA L’AVVICINAMENTO AL PPE TEORIZZATO DA GIORGETTI - L’OPPOSIZIONE DI BORGHI E BAGNAI, LE DIVISIONI INTERNE E LA POLEMICA SUI COMMISSARI DEL CARROCCIO AL SUD…

Per il momento non cambia niente: la Lega rimane nel gruppo Identità e Democrazia accanto a Marine Le Pen e ai nazionalisti di Alternativa per la Germania per non perdere la presidenza e tutto ciò che questa comporta. A Matteo Salvini di finire adesso in una terra di nessuno non piace: si troverebbe con la metà degli europarlamentari contro la svolta europeista chiesta da Giancarlo Giorgetti. Uno strappo con ripercussioni interne anche in Italia: Claudio Borghi e Alberto Bagnai non vogliono «morire democristiani». Il leader leghista oggi a Roma spiegherà ai 28 eurodeputati (il pugliese Andrea Caroppo è andato già via) cosa intende fare.

La sua linea è apparentemente inflessibile. «Non cambiamo assolutamente nulla, è un dibattito giornalistico surreale», dice Salvini. Spera però che la Cdu tedesca si muova verso destra nel suo prossimo congresso, così da potere bussare alla porta del Ppe. Intanto oggi qualche indicazione in più rispetto al mantra «non cambia nulla» dovrà darlo. A Strasburgo la discussione è agitata. C'è un braccio di ferro tra una robusta minoranza, di cui fa parte Gianna Gancia (moglie di Roberto Calderoli), Marco Dreosto e il veneto Toni Da Re che vorrebbe spezzare il cordone sanitario in cui la Lega è chiusa e coloro, come il capogruppo Marco Zanni, che hanno tutto l' interesse a rimanere.

Dunque oggi nessun colpo di scena ma una vera discussione su cosa fare in Europa, come votare quando si presenteranno questioni rilevanti. Sul bilancio comunitario, ad esempio. «Arriverà il momento di decidere sui fondi europei per l' agricoltura. Non dobbiamo isolarci», ripete Da Re.

Il prossimo anno il Carroccio dovrà decidere se votare il tedesco Manfred Weber, l'attuale capogruppo del Ppe, alla presidenza del Parlamento europeo per sostituire il socialista David Sassoli. Passo dopo passo, senza strappi ma con una traiettoria verso l'area di governo. Del resto, come ripete Giorgetti che oggi sarà all'incontro, non si può governare senza avere a proprio favore le istituzioni che contano.

Oggi non si parlerà solo di collocazione in Europa. Gli eurodeputati leghisti eletti nelle circoscrizioni del Sud lamentano la gestione del partito da parte dei commissari lombardi mandati da Salvini. Viene loro attribuito il pessimo risultato alle amministrative. Il calabrese Vincenzo Sofo ricorda che nel 2019 il consenso dei pugliesi era del 25,3%, un anno dopo al 10%. «Stesso discorso vale per la Campania, ma più eloquente - sostiene Sofo - è il caso Calabria: alle europee la Lega è stata votata dal 22,6%.

A Crotone dal 21,5% a Reggio dal 22,4%. Un anno dopo alle regionali è scesa al 12%: a Crotone al 14,3%, a Reggio l' 8,2%. Alle comunali peggio: a Crotone ha preso il 3,6% e a Reggio, nonostante esprimessimo il candidato sindaco, il 4,7%». Per Sofo la colpa non è di Salvini, ma dei commissari: «Se già un bergamasco difficilmente apprezza di essere gestito da un bresciano, figuriamoci un calabrese». Per Francesca Donato, eletta in Sicilia, «i tempi per un segretario siciliano sono maturi».