Il mondo omologato

Categoria: Italia

Con la globalizzazione e con internet e alla fine con il Covid, il mondo è stato unificato e standardizzato. Gli aeroporti, le abitazioni, l'abbigliamento, le automobili sono gli stessi dovunque.

Francesco Alberoni - Dom, 18/10/2020 - ilgiornale.it

Con la globalizzazione e con internet e alla fine con il Covid, il mondo è stato unificato e standardizzato. Gli aeroporti, le abitazioni, l'abbigliamento, le automobili sono gli stessi dovunque. Con internet siamo presenti istantaneamente dappertutto. Il mondo si è rimpicciolito. Lo sviluppo scientifico e tecnologico che finora aveva sempre creato differenziazione oggi unifica. Nell'anno Mille la gente vestiva in modo diverso in Europa, in India o in Cina. Oggi ci vestiamo tutti più o meno nello stesso modo e si assomigliano sempre di più anche le nostre case, le nostre fabbriche, i nostri ospedali, le nostre banche. Tutto questo ci porta ad un modo di vita facile e gradevole che un tempo avremmo considerato felice. Oggi invece ci accorgiamo che le differenze erano un ostacolo, ma anche una ricchezza.

Le figure eroiche del nostro passato sono il conquistatore, il navigatore, lo scopritore, l'avventuriero. Tutti questi incontrano un mondo sconosciuto, misterioso e stupefacente. Pensiamo all'incontro con le civiltà egizia, degli aztechi, degli Inca o col Giappone dei samurai, con la Cina dell'epoca di Marco Polo. Tutti i gruppi sociali e culturali hanno sempre difeso la loro diversità, la loro specificità, il cuore della loro cultura. Noi occidentali con le conquiste, le esplorazioni, i commerci e le innovazioni scientifico-tecnologiche abbiamo sempre violato il loro isolamento e alla fine trasferito loro i nostri costumi. Finora però abbiamo sempre avuto una scienza e una economia che creava novità. Con la globalizzazione però anche la ricerca è stata orientata al profitto e produce standardizzazione. Questo ha unificato il mondo, ma ha travolto anche noi. Siamo dappertutto e non sappiamo più chi siamo. Cambiamo, ma non sappiamo dove andiamo. Di qui il bisogno di certezze, di pilastri, di differenze. Di qui il bisogno di ricostruire le nostre identità, i confini, le frontiere, e ritrovare così valori, significato e meta.