Una delle poche buone eredità del trumpismo. Salvini e i depositi nucleari

Categoria: Italia

E se Twitter bloccasse l’account di Conte? In fondo, anche lui è un po’ instabile

Le lettere al direttore del 13.1. 2021 ilfoglio.it

Al direttore - Aperitivi vietati e comunque c'è la crisi?

Giuseppe De Filippi

Al direttore - E se Twitter bloccasse l’account di Conte? In fondo, anche lui è un po’ instabile.

Michele Magno

Al direttore - Caro Cerasa, ma lei davvero non pensa che quella applicata da Twitter e da Facebook nei confronti di Trump sia censura?

Luca Martini

Sottoscrivo quello che ha scritto ieri su queste pagine Giuliano Ferrara: “La libertà di stampa non è pubblicare tutto, ma dare a tutti la possibilità di mettere su un giornale o un’impresa editoriale per esprimere opinioni contrapposte”. Vale per i giornali, vale per i social: viva la responsabilizzazione della rete, forse una delle poche buone eredità della stagione trumpiana.

Al direttore - Ho criticato il senatore Salvini per una “bugia farlocca”. Non è vero, ribadisco, che il governo “ha calato, senza consultazione”, su regioni e comuni la mappa delle aree idonee per il deposito nucleare. E’ vero l’opposto: il governo rispetta (con ritardo di 6 anni e di tutti i governi precedenti, compreso il penultimo) un obbligo di legge. E, con la pubblicazione di quella mappa, non chiude ma apre, finalmente, la consultazione dei territori. Di tutti i territori che lo chiedono, vorrei dire, non solo di quelli inclusi. La legge sul deposito nucleare auspica, infatti, autocandidature di comuni, regioni e territori. Come avviene all’estero. E qui devo dare atto al senatore Salvini di coraggio. Per aver supportato la prima autocandidatura (sono certo che, quando si conoscerà il merito, altre ne verranno) emersa: quella di Trino Vercellese, comune che già ospita una ex centrale nucleare. E in un territorio che contiene altri impianti di stoccaggio nucleare. Trino Vercellese, in effetti, non figura tra le “aree idonee” perché “vicina a un corso d’acqua”. Che, per i criteri di selezione prescelti per l’idoneità, è motivo di esclusione. Vale però, una precisazione: la mappa non è un perimetro rigido. Non preclude ad alcun territorio, neppure quelli non figuranti tra gli idonei, di candidarsi alla consultazione. Tra l’altro, per i territori che vogliono partecipare sarà obbligatorio rifare una verifica approfondita e l’indagine dettagliata di tutti i criteri di localizzabilità previsti per un deposito nucleare. Sarebbe per i comuni e le regioni un’occasione unica di conoscenza scientifica del loro territorio e del sottosuolo, decisiva anche a prescindere dall’esito della consultazione. Vale per Trino esclusa, quello che vale per le aree incluse: nessuno è automaticamente incluso, obbligato o escluso dalla “consultazione” . Sia che voglia attestare la sua ostilità al deposito sia, all’opposto, come nel caso di Trino Vercellese, se vuole avanzare ragioni per la sua accoglienza. Anzi, chi si autocandida dovrebbe avere, a mio avviso, una precedenza. Il sindaco di Trino, nella sua autocandidatura, porta molte e ragionevoli proposte a sostegno della autocandidatura di Trino. Va dato atto al sindaco e al senatore Salvini non solo di coraggio, ma anche di informazione sul merito della legge. A differenza di quegli amministratori e politici (anche ministri) che hanno parlato solo, immediatamente e senza aspettare la consultazione, per escludere il loro backyard (giardino di casa) dalla localizzazione del deposito. Dimenticando, nel caso dei ministri, che stiamo parlando di un “obbligo di legge” per l’Italia. Che al governo spetta di realizzare.

Umberto Minopoli