Grillo nomina Conte ministro della transizione grillina

Categoria: Italia

L'ex premier calato dall'Elevato alla testa della rifondazione M5S "da qui al 2050", mentre Casaleggio parla ancora di attivismo della base

28.2.2021 By Giacomo Galanti huffingtonpost.it lettura3’

Il Giuseppe Conte politico nasce candidato ministro M5S, cresce “avvocato del popolo” in salse bicolori, prima gialloverde e poi giallorossa, matura la grande ambizione di ergersi a garante dell’unità nazionale, ripiega sulla minore prospettiva di farsi federatore del centrosinistra e completa il cerchio, toglie la maschera bipartisan e riapproda nell’antica famiglia 5 stelle, come rifondatore del Movimento “da qui al 2050”. Da avvocato del popolo tout court diventa così avvocato del popolo grillino, con una decisione presa in una riunione da vecchio partito all’hotel Forum di Roma.

Direttore d’orchestra, Beppe Grillo. Come spesso capita, quando il clima si scalda e i suoi ragazzi litigano ed entrano nel panico, l’Elevato cala a Roma, nel “suo” Hotel Forum, e li mette tutti attorno a un tavolo. C’è anche Giuseppe Conte. E c’è un futuro da immaginare per il Movimento e Grillo si presenta con un casco da astronauta, non parla con i cronisti e torna poi a farsi sentire in serata con un lungo post sul blog in cui prova a far brillare di nuovo le 5 stelle del Movimento delle origini: tutela dell’acqua pubblica, della mobilità sostenibile, dello sviluppo, della connettività e dell’ambiente. E così ribadisce ancora una volta l’importanza di energia, ambiente, economia e di come la transazione ecologica sarà fondamentale per i prossimi decenni. Con i cronisti, invece, è battaglia, anche ironica, come sempre: “Bellissima giornata. Tutte le cose che non verranno pubblicate sono vere” twitta al termine del summit pentastellato. Le anticipazioni di stampa sull’organizzazione del vertice - che doveva rimanere segreto – hanno fatto innervosire non poco l’entourage grillino. E una coltre di mistero ha avvolto fino all’ultimo luogo, giorno e ora del ritrovo, tanto che ancora stamattina giornalisti erano assiepati davanti alla villa di Grillo a Marina di Bibbona.

Al tavolo Giuseppe Conte ha detto sì. A comunicarlo è un post sulla pagina Facebook dei 5 stelle: “Giuseppe Conte ha raccolto l’invito a elaborare nei prossimi giorni un progetto rifondativo con il Movimento 5 Stelle. Una sfida cruciale per il Movimento, una ristrutturazione integrale per trasformarlo in una forza politica sempre più aperta alla società civile, capace di diventare punto centrale di riferimento nell’attuale quadro politico e di avere un ruolo determinante da qui al 2050”. Segue poi un elenco di temi da rimettere sul tavolo per ripartire, tra cui “la tutela dell’ambiente, l’importanza dell’etica pubblica e della lotta alla corruzione, il contrasto delle diseguaglianze di genere, intergenerazionali, territoriali, la lotta contro le rendite di posizione e i privilegi”. Servirà qualche giorno a Conte per studiare e riscrivere il progetto di ripartenza dei 5 stelle. Ma anche per definire, insieme ai garanti del Movimento, quale sarà il suo ruolo. Bisognerà poi ridisegnare anche il nuovo organigramma, con il comitato direttivo, deciso col voto del 5 febbraio scorso, che deve essere nominato anche se c’è chi, a questo punto, avanza addirittura dubbi sulla sua nascita. Come riporta l’Adnkronos infatti, fonti vicine al garante spiegano che Grillo vorrebbe un ruolo in solitaria per l’ex premier, sulla falsariga del ruolo esercitato da Di Maio prima e Crimi poi, nei panni del reggente. Da valutare se affiancato da vice o da una segreteria politica, per dare una parvenza di collegialità alla struttura del Movimento.

Presenti e assenti al summit sono l’altro elemento da tenere in considerazione. C’erano, tra gli altri Roberto Fico, Luigi Di Maio, Vito Crimi, Paola Taverna, Alfonso Bonafede, Stefano Patuanelli. Assenti illustri Alessandro Di Battista, ormai uscito dal gruppo, e Davide Casaleggio. Se l’assenza del primo era scontata, quella del figlio di Gianroberto Casaleggio è un segnale di cui tenere conto. Nonostante la presenza del suo uomo di fiducia e legale M5s, Andrea Ciannavei, Casaleggio Jr era impegnato nella sesta tappa del tour “La base incontra Rousseau”. Dove, senza parlare di equilibri e alleanze, ha rilanciato invece sulla necessità che siano gli attivisti ad avere un ruolo centrale nella vita politica. E senza nemmeno citare più i Cinque Stelle, ha ricordato come Rousseau lavori “per dare agli attivisti sempre più strumenti per autodeterminarsi e incidere sulla vita politica”. Non sulla vita del Movimento che viene decisa invece ancora da Beppe Grillo e, al limite, vidimata in un voto della base dall’esito al solito piuttosto scontato.