L'inadeguatezza della destra è peggio delle infiltrazioni dei fasci

Categoria: Italia

La proliferazione di una classe dirigente inadeguata nel centrodestra, come è purtroppo Enrico Michetti, è un fenomeno ben più grave dell’infiltrazione di qualche fascio

Le lettere al direttore del 14 ottobre 2021 ilfoglio.it

Al direttore - Per le elezioni romane come molti altri ho creduto nella candidatura di Calenda sia come persona, sia per il suo programma, sia per un possibile progetto politico di carattere nazionale, nettamente distinto dal Pd e ancora più nettamente distante dalla destra della Lega versione Salvini e da Fratelli d’Italia (sui quali, però, non condivido affatto quello che ha detto Provenzano). Non posso nascondere che le mie riserve sul Pd e anche sulla candidatura di Gualtieri erano tali che ho ritenuto come minimo troppo precipitoso l’endorsement che Calenda ha fatto su di lui: mi è sembrata una concessione alla pressione politica e mediatica che la sinistra è in grado di esprimere anche attraverso la forza dei principali giornali. Però non possiamo nasconderci che Michetti ha lavorato in modo indefesso contro se stesso, ogni uscita imbarazzante per uno che dovrebbe diventare sindaco di Roma, ma quello che per me ha tagliato la testa al toro è stata la frase pronunciata sugli ebrei nel 2020, non recuperabile attraverso affannose messe a punto fatte in piena campagna elettorale. Viene spontanea la domanda: ma avendo a disposizione candidati come Bertolaso e anche come Rampelli perché il centrodestra ha fatto una scelta del genere? Le conseguenze quindi in termini di scelta per il ballottaggio sono inevitabili anche se non le faccio a cuor leggero perché comunque un Pd che sta col piattino in mano a ricercare il voto dei grillini francamente non mi convince.

Fabrizio Cicchitto

La proliferazione di una classe dirigente inadeguata nel centrodestra, come è purtroppo Enrico Michetti, è un fenomeno ben più grave dell’infiltrazione di qualche fascio. Il secondo è un caso episodico, il primo, almeno nelle grandi città, rischia di diventare un caso sistematico.

Al direttore - Sul Foglio di oggi è pubblicato in prima pagina un articolo a firma di Carmelo Caruso, che appare come una intervista “chiacchierata” fatta a me. In verità, alla richiesta di una intervista da parte del giornalista Caruso ho risposto di no, e gli ho esplicitamente negato di pubblicare alcunché della conversazione che abbiamo avuto in forma esclusivamente personale e privata. Trasformando la conversazione in una intervista o in una “chiacchierata” senza la mia autorizzazione, il giornalista Caruso non solo ha commesso un atto scorretto nei miei confronti, ma ha riportato in modo distorto o mutilato il contenuto delle mie frasi, attribuendomi inoltre frasi che non ho pronunciato, come “non chiamateli fascisti, chiamateli selvaggi”, né ho chiamato “selvaggi” coloro che hanno manifestato per sostenere i No vax. Infine, non corrisponde al vero che alla domanda “possiamo virgolettare” io abbia risposto “certo”. Non c’è stata la risposta, perché non c’è stata la domanda. Più volte nel corso della conversazione ho ricordato al giornalista che nulla della nostra conversazione doveva essere pubblicato. Cordiali saluti.

Emilio Gentile

Risponde Carmelo Caruso. Da accanito consumatore dei suoi libri non ho resistito a condividere la “chiacchierata” con i lettori del Foglio e dunque anche con i suoi lettori. E’ stata una conversazione lunga, calorosa, sincera. Nessuna mutilazione e scorrettezza, solo intesa e complicità. Aspettiamo il suo prossimo libro.