Super green pass: Giorgetti e Fedriga strappano l’obbligo solo ‘sotto le feste’, Salvini sconfessato

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A conti fatti, Salvini deve ingoiare un altro boccone amaro, ottenendo solo che la durata dei tamponi resti ferma alle attuali 48 e 72 ore per antigenici e molecolari, oltre alla rassicurazione che non ci sarà mai un obbligo di Green pass per gli under 12.

Riccardo Annibali — 25.11. 2021 ilriformista.it lettura2’

Alla fine è toccato a Giancarlo Giorgetti e a Massimiliano Fedriga il compito di tenere insieme le perplessità per l’applicazione del super green pass (anche in zona bianca) ed evitare misure più restrittive. Giorgetti parla di voto in Consiglio dei ministri dato “con senso di responsabilità”, e Fedriga sottolinea, invece, il lavoro della Lega “a tutela della salute pubblica, della ripresa economica e della tenuta sociale del Paese”.

A conti fatti, Salvini deve ingoiare un altro boccone amaro, ottenendo solo che la durata dei tamponi resti ferma alle attuali 48 e 72 ore per antigenici e molecolari, oltre alla rassicurazione che non ci sarà mai un obbligo di Green pass per gli under 12. Per il resto è costretto a una marcia indietro, l’ennesima sull’estensione e il rafforzamento del Green pass, che fino a luglio fa era descritto come una “cazzata pazzesca”.

Giornata iniziata con le minacce di diserzione del Consiglio dei ministro o di astensione sul voto finalee che però si è conclusa con toni e parole più concilianti. Un modo anche per rispondere al premier Draghi che ha auspicato che il “governo sia compatto nelle sue determinazioni. Non deve avere cedimenti o posizioni un po’ diverse come già visto tante volte nella storia italiana”.

L’introduzione del green pass rafforzato nelle zone bianche da subito e senza limiti di tempo non era certo la posizione espressa da Fedriga a nome delle Regioni nell’incontro con il governo di lunedì pomeriggio. In quella sede si era parlato sì di limitazioni, ma a partire dalla zona gialla.

A determinare la scelta più aggressiva dell’esecutivo sarebbe stato il parere del Comitato tecnico scientifico. Il cambio di rotta alla Lega non è piaciuto. In mattinata si è tenuta una videoconferenza tra il segretario Matteo Salvini, lo stesso Fedriga, il ministro Giorgetti, i capigruppo Molinari e Romeo. In quella sede sono state esplicitate le perplessità sul provvedimento che stava maturando.

Alla cabina di regia Giorgetti ha inviato il sottosegretario Federico Freni e il clima si è subito scaldato. Fra minacce di salire sull’Aventino, tentativi di mediazione, contatti indiretti tra Draghi e Salvini, si è arrivati al Consiglio dei ministri. I leghisti hanno espresso le loro perplessità, il ministro della Salute Roberto Speranza ha difeso il giro di vite, sostenuto dal collega Andrea Orlando.

Alla fine, poiché non era interesse di nessuno tirare la corda, si è trovato un compromesso fissando un periodo di validità del green pass rafforzato. Si era ipotizzato un intervallo compreso tra il 6 dicembre e il 31 gennaio, poi ci si è fermati al 15 gennaio. Un intervallo di tempo ritenuto ragionevole anche dai leghisti, visti i rischi connessi alle settimane natalizie, che però conservano perplessità per il green pass rafforzato in zona bianca.

Riccardo Annibali