ITALIA DA RECOVERY - I FONDI DEL PNRR CI SONO, I BANDI PER LE OPERE NO.

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L’ALLARME ROSSO LANCIATO DAI COSTRUTTORI DELL'ANCE SUI RITARDI DI ENTI LOCALI E STAZIONI APPALTANTI – AL PALO LA TIRRENICA, L'ANELLO FERROVIARIO DI ROMA,....

5 DIC 2021 17:51 Mancini Messaggero,

LA TAV SALERNO-REGGIO CALABRIA, LA E-78 GROSSETO FANO. CI SONO PIÙ DI 82 MILIARDI CONGELATI. BRUXELLES HA STABILITO UNA RIGOROSA ROAD MAP. IL RISCHIO E' CHE...

Umberto Mancini per il Messaggero Allarme rosso dei costruttori dell'Ance sul Pnrr. Non perché le risorse messe a disposizione dal ministero delle Infrastrutture siano insufficienti, anzi il dicastero guidato da Enrico Giovannini è in anticipo sulle riforme e ha praticamente completato la sua missione, allocando il 99% delle risorse. In ritardo sono i bandi di gara per trasformare in cantieri i soldi stanziati.

«Il Mims - dice al Messaggero l'ingegnere Gioia Gorgerino, vice presidente dei giovani imprenditori dell'Ance - ha bruciato i tempi e stanziato i fondi necessari che però adesso vanno messi a terra dalle amministrazioni locali e dagli enti che hanno il compito di far marciare i vari progetti».

LE TAPPE Nonostante l'accelerazione positiva da parte del Governo ci sono tante criticità ancora da superare. «Penso - aggiunge l'imprenditrice - alla Tirrenica ancora al palo, all'anello ferroviario di Roma o della Diga Foranea di Genova che solo in questi ultimi giorni comincia a muovere i primi passi autorizzativi». E in stallo - aggiunge, citando solo le opere più rilevanti - ci sono la Strada statale 106 Ionica, la SS 275 Maglie-Leuca.

Così come la E78 Grosseto-Fano, la Tav Salerno-Reggio Calabria, il terzo lotto della Tav Brescia-Verona-Padova e la linea ferroviaria Ferrandina- Matera. E in effetti il rischio concreto è che dalla fase di programmazione e pianificazione non si passi rapidamente a quella dell'attuazione.

Con tutte le conseguenze del caso. Bruxelles ha infatti stabilito una rigorosa road map proprio per evitare che gli ingenti fondi messi a disposizione dall'Europa con il Recovery restino nei cassetti inutilizzati. «Bisogna sbloccare le gare - spiega la Gorgerino - non possiamo più andare avanti così. Immaginare il rilancio dell'Italia grazie al Pnrr (che prevede per circa la metà interventi in infrastrutture pari ad oltre 108 miliardi di euro), quando non siamo ancora in grado di iniziare le opere già finanziate da anni è del tutto irrealistico.

Rischiamo di farci ritirare queste risorse dall'Europa, mettendo a rischio la nostra credibilità internazionale o peggio ancora, che queste finiscano ad imprese criminali». Il vero problema, ragiona l'esponente dell'Ance - è come far atterrare queste risorse. Si parla molto di governance ma poco di realizzazione pratica. Nel frattempo - prevede - in assenza di interventi si arriverà al 2023 ed i cantieri non saranno ancora aperti. Con tutte le conseguenze in termini di Pil, occupazione e mancato sviluppo.

È fondamentale insomma mettere a gara i progetti già esistenti oltre a quelli nuovi e superare la cosiddetta firmite che ha contagiato molte amministrazioni, ovvero la riluttanza dei funzionari a siglare i piani per le infrastrutture. Insieme all'altra odiosa pratica, tutta italiana, che fa rimbalzare da un ufficio all'altro le autorizzazioni necessarie al via libera finale. Insomma, stazioni appaltanti ed enti locali, insieme alle varie conferenze dei servizi, devono cambiare passo per sfruttare al meglio l'occasione storica offerta dal Recovery. Un tema che è sotto stretta attenzione da parte anche del ministero delle Infrastrutture che non vuole certo far scorrere il tempo inutilmente, tant' è che ha avviato da tempo una sorta di monitoraggio.

il convegno sulla comunicazione del pnrr

IL CONVEGNO SULLA COMUNICAZIONE DEL PNRR

LE CIFRE Al momento, sempre secondo le stime dell'Ance, ci sono più di 82 miliardi congelati. Altrettanti miliardi, osservano, andranno messi con urgenza anche per l'attività di manutenzione e il recupero del territorio. L'Ance ha anche segnalato in una nota che la recente circolare dell'Agenzia delle Entrate con le indicazioni ai contribuenti e agli operatori sui nuovi obblighi relativi ai bonus edilizi «sembra escludere la possibilità per gli operatori di ricorrere ai prezzari Dei per attestare la congruità delle spese per tutti i bonus diversi dall'ecobonus anche al 110%». «Se così fosse - è intervenuto il presidente dell'Ance Gabriele Buia - sarebbe una grave lacuna che rischia di gettare ancora una volta i contribuenti e le imprese nel caos, con il rischio di bloccare o ritardare gli interventi». Il presidente dei costruttori chiede pertanto «un chiarimento immediato e un riferimento esplicito agli unici prezzari aggiornati attualmente disponibili sul mercato».