Le fesserie del politologo collettivo sul Quirinale

Categoria: Italia

Capo dello stato senza poteri, no il premier al Colle perché i partiti devono essere rilegittimati. Ma va là. I fatti: fino al 2023 c’è solo la maggioranza Draghi-Mattarella

GIULIANO FERRARA 25 GEN 2022 ilfoglio.it

Breve rassegna delle più frequentate fesserie dette da osservatori titolati in queste ore. Un politologo sostiene che il capo dello stato non nomina il capo del governo se non c’è una maggioranza parlamentare che indica un nome. Di questo la Costituzione in realtà tace, sebbene la clausola decisiva della fiducia che i governi devono ottenere vada nella direzione di un accertamento preventivo. Ma l’attuale capo del governo è stato nominato dal capo dello stato, che ha chiesto al Parlamento di dargli la più ampia maggioranza di unità per affrontare le emergenze. E lo ha fatto per dir così al buio. Molti presidenti hanno tenuto le consultazioni e seguito protocollarmente le indicazioni dei partiti politici, quando c’erano ed erano vivaci organizzazioni istituzionali e sociali, molti se ne sono fottuti e hanno deciso loro presidenti e maggioranze. Pertini socialista promosse Craxi alla guida del governo, Saragat diede un incarico “per la formazione di un quadripartito organico di centrosinistra”, e si potrebbe continuare. Napolitano nominò Monti con un Blitz, nobilitandolo perfino con il laticlavio a vita. Mattarella per esempio ha dato una mano nella nomina del Conte1, intuendo che l’avvocato del popolo sarebbe presto diventato l’avvocato dell’Unione europea, ragion per cui escluse Paolo Savona dalla lista dei ministri. Ma insomma, questa storia del presidente della Repubblica senza poteri ha qualcosa di ridicolo, il presidenzialismo di fatto non fu inventato da noi o da Giorgetti, non nascerebbe con Draghi, che anzi ha mostrato inesausta volontà e capacità di mediazione politica, è nato molto prima, è nato quando i partiti contavano parecchio, figuriamoci adesso che sono in lenta ricostruzione.