Lotta al gender gap. “Le donne non hanno bisogno del Quirinale ma di lavoro”, la denuncia delle fondatrici di Ladynomics

Categoria: Italia

Il mancato utilizzo di strumenti che ne misurino l’impatto. Per esempio, quello del bilancio di genere – di cui abbiamo abbiamo già scritto – e che tuttavia risulta essere ancora largamente non realizzato.

Ilaria Donatio — 25 Gennaio 2022ilriformista.it lett2’

“Le donne non hanno bisogno del Quirinale ma di lavoro”, la denuncia delle fondatrici di Ladynomics

«Invece di chiedere a gran voce l’elezione di una donna a presidente della Repubblica, dovremmo tutte reclamare – subito – un piano straordinario per l’occupazione femminile». A parlare sono, Giovanna Badalassi e Federica Gentile, ricercatrici indipendenti, specializzate in bilanci di genere e fondatrici di ladynomics.it. Badalassi e Gentile provocano non a torto: siamo gli ultimi in Europa, dopo la Grecia, per occupazione femminile, con il 49% delle donne impiegate in un’attività professionale e con sempre meno lavoratrici e più casalinghe. La ragione per cui le politiche pubbliche faticano a invertire la tendenza è, secondo le due ricercatrici, il mancato utilizzo di strumenti che ne misurino l’impatto. Per esempio, quello del bilancio di genere– di cui abbiamo abbiamo già scritto – e che tuttavia risulta essere ancora largamente non realizzato.

Spiegateci meglio: perché questo strumento dovrebbe migliore il divario lavorativo tra uomini e donne?

Il diverso ruolo dell’uomo e della donna nella famiglia, nel lavoro e nella società determina bisogni diversi ai quali occorre dare una risposta proporzionata attraverso la destinazione della spesa pubblica. Il Bilancio di genere serve proprio a questo: a misurare questi bisogni.

Dove può essere sperimentato?

In ogni tipo di amministrazione: Comuni, Province, Regioni, Università, ASL, Camere di Commercio, Stato, fino ad arrivare all’Ue fino alle valutazioni – attualmente in corso d’opera – sul PNRR.

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Come si scrive un bilancio di genere?

In generale tutti i bilanci di genere sono strutturati in quattro parti, ciascuna delle quali mira ad aiutare un’amministrazione pubblica a fare scelte di bilancio più consapevoli rispetto al gap di genere, cercando in primo luogo di far emergere dall’invisibilità i diversi bisogni delle donne.

Da dove si parte per la sua redazione?

Dall’analisi di contesto che spiega le differenze di genere in un determinato territorio, cercando di capire dove c’è bisogno dell’intervento pubblico: che si parli di età, famiglia, lavoro, istruzione, fragilità sociale (e violenza), pensioni, mobilità, impresa, cultura, sport, le differenze tra donne e uomini che emergono ci raccontano sempre di un importante gap legato alla condizione femminile. La maggiore responsabilità nel lavoro di cura delle donne, sia essa attuale, passata, futura o anche solo immaginata come stereotipo collettivo è un comune denominatore che spiega sempre ogni differenza.