Rileggersi il grande Cipolla prima di vedere un altro stupido talk

differenza fra le società in ascesa e quelle in declino consiste nel fatto che in quelle in declino ai membri stupidi è concesso di diventare più attivi

30.4.2022 al direttore de ilfoglio.it lett3’

Al direttore - Si devono al grande Carlo M. Cipolla le “Leggi fondamentali della stupidità umana” secondo cui una data percentuale di stupidi è presente ovunque indipendentemente dalla razza, classe, sesso. La differenza fra le società in ascesa e quelle in declino consiste nel fatto che in quelle in declino ai membri stupidi è concesso di diventare più attivi. Se Cipolla avesse avuto la possibilità di guardare gli attuali talk-show (di sinistra, centro e destra), avrebbe concluso che il declino dell’Italia è inarrestabile.

Massimo Teodori

La persona intelligente, diceva Cipolla, sa di essere intelligente. Il bandito, allo stesso tempo, è cosciente di essere un bandito. Lo sprovveduto, in fondo è penosamente pervaso dal senso della propria sprovvedutezza. Al contrario di tutti questi personaggi, lo stupido non sa di essere stupido. Ciò, scrive ancora Cipolla, contribuisce potentemente a dare maggior forza, incidenza ed efficacia alla sua azione devastatrice. Il dramma però, tornando ad alcuni talk-show, è quando posizioni stupide vengono da persone non stupide. E’ in quel momento che ti chiedi se le posizioni stupide siano la spia di una posa (sono disperato, ho bisogno di farmi notare) o invece la spia di un carattere che finalmente si rivela. Rileggersi Carlo M. Cipolla, nel frattempo, può aiutarci a trovare una risposta.

Al direttore - “[…] Gli occupanti in Italia non erano i tedeschi, ma gli Alleati. E l’esercito tedesco, a parte alcune azioni efferate, veri crimini di guerra a opera dei reparti speciali, le SS (Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema in testa), in Italia si comportò con correttezza. Non c’è stato un solo caso di stupro addebitabile ai soldati tedeschi, mentre innumerevoli sono stati gli stupri perpetrati dai soldati americani che oggi noi, per pudicizia, chiamiamo ‘marocchinate’. Nel bene e nel male i tedeschi rimangono tedeschi. E anche la Götterdämmerung della classe dirigente nazista ha qualcosa di grandioso, bisogna essere almeno all’altezza delle proprie cattive azioni” (Massimo Fini, il Fatto quotidiano, 28 aprile). “Secondo la quarta edizione del Dsm (Diagnostic and Statistic Manual), vi sono tre gruppi (clusters) nei quali si possono classificare i disturbi di personalità in base ad analogie puramente descrittive, cioè non teoriche né eziologiche: il gruppo A, nel quale rientrano i disturbi di personalità paranoide, schizoide e schizotipico, include individui che appaiono strani o eccentrici; il gruppo B include individui la cui personalità appare emotiva, amplificativa e imprevedibile, e comprende i disturbi di personalità antisociale, istrionico, borderline e narcisistico; il gruppo C comprende i disturbi di personalità evitante, dipendente e ossessivo-compulsivo (gli individui con questi disturbi appaiono spesso ansiosi o paurosi” (Dizionario di Medicina Treccani). Insomma, ci vorrebbe non uno storico, ma uno psichiatra (e di quelli bravi).

Michele Magno

Al direttore - Il pagamento in rubli delle forniture di gas da parte della Russia aggirerebbe le sanzioni, ma è arduo sostenere che il pagamento in euro o in dollari potrebbe essere congelato e che, dunque, la Russia vorrebbe prevenire questo rischio. In effetti, a una tale eventualità essa risponderebbe sicuramente con l’interruzione delle forniture. Il punto è: il versamento in valuta estera è “pro solvendo” o “pro soluto”, libera l’importatore o ciò avviene solo dopo la conversione in rubli, il versamento nel relativo conto e, poi, l’accredito del conto della società esportatrice? Nel primo caso, non vi sarebbe nulla di nuovo. Nel secondo caso, si addosserebbero all’importatore tutti i rischi successivi, in particolare quello relativo al cambio in rubli: l’inadempimento contrattuale sarebbe netto. Ma come farlo valere nel contesto attuale, ricordando che “inter arma silent leges”? Ecco, allora, una ulteriore, potente spinta per una politica energetica comune a livello europeo, acquisti comuni, limiti unitari ai prezzi. Ci si riuscirà? O è una “spes contra spem”?

Angelo De Mattia

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