1-Il problema della coalizione di destra è dove piazzare Salvini

Categoria: Italia

2-- Perché il boom del lavoro è uno schiaffo a Landini & co.3-IL CARROCCIO BATTE CASSa“Ci impongono uomini dall'alto a spese nostre. E il territorio?".La Liga veneta contro la Lega romana

3.8.2022 ilfoglio.it lett3’

1-Il leader della Lega vuole il Viminale mentre Giorgia Meloni affronta un interrogativo di primissima grandezza: è più difficile governare lui o l’Italia?

Al Viminale, lo sanno tutti, giocherebbe con i barchini dei migranti e i citofoni degli spacciatori. Un film già visto. Agli Esteri sarebbe un problema perché si dovrebbe riuscire a spiegare al mondo come mai il signor ministro fino a ieri se ne andava in giro per l’Europa con la maglietta di Putin addosso, tipo ragazza pon-pon dello zio Vlad. Alla Difesa non ne parliamo. Sarebbe una cosa alla Woody Allen, benché il surrealismo abbia un suo indubbio fascino: “Cari ucraini, mentre vi bombardano voi mettete fiori nei vostri cannoni”. Allora al ministero del Lavoro? Eh, no. Nemmeno lì può andare. Stai sicuro si metterebbe a fare il piccolo chimico con Quota cento, Quota quarantuno e legge Fornero. Tutto questo mentre a Bruxelles si riscrive il Patto di stabilità. In pratica cercherebbe di mandare gli italiani in pensione a cinquant’anni e senza contributi. Ovviamente solo via Twitter. Ma comunque niente da fare. Resta l’Economia. Ma lì è lui che non ci vuole andare, mica fesso. Non fosse altro perché tra inflazione e debito da quelle parti c’è da lavorare sul serio (e per di più bisogna anche saper fare di conto, altro che flat tax al 15 per cento). Insomma dove diamine lo piazziamo? Allo Sport? Ma non era già abbastanza complicato dover scovare i ministri competenti?— SALVATORE MERLO 03 AGO 2022

2-- Perché il boom del lavoro è uno schiaffo a Landini & co.

    

Annunciava 700 mila disoccupati da un giorno all'altro dopo lo sblocco dei licenziamenti, ma dopo un anno l'occupazione è a livelli record. Dal no al Green pass allo sciopero generale fino all'implicito appoggio a Conte, la strategia di Cgil e Uil contro Draghi è stata sbagliata e controproducente

Non lo ricorda più nessuno, ma la cifra era terrificante: 700 mila. Era il numero di persone che da un giorno all’altro avrebbero perso il lavoro se fosse stato tolto il blocco dei licenziamenti: “La stima più accreditata è da brividi: 700 mila licenziamenti attesi dal 1° luglio”. Con questi argomenti la Cgil, e gli altri sindacati appresso, l’anno scorso scesero in piazza per chiedere al governo l’ulteriore proroga del divieto di licenziamento. Maurizio Landini prevedeva per l’autunno una “rottura sociale”, mentre il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri, con dichiarazioni pirotecniche, diceva: “Non possiamo far scoppiare una bomba sociale di 1 milione di licenziamenti”. LUCIANO CAPONE 03 AGO 2022

3-- IL CARROCCIO BATTE CASSA

“Ci impongono uomini dall'alto a spese nostre. E il territorio?". La Liga veneta contro la Lega romana

FRANCESCO GOTTARDI 03 AGO 2022

    

Le elezioni in arrivo spingono il partito di Salvini a richiedere 5mila euro di finanziamenti a ogni suo consigliere regionale. “Sono come il marchese del Grillo. Affronto mai visto”, dichiara Fabrizio Boron, storico amministratore dell’area Zaia, dal Veneto sempre più insofferente

La doccia fredda è arrivata per telefono. “Anzi. Noi stessi l’abbiamo appreso a mezzo stampa. Solo in seguito abbiamo contattato i vertici di via Bellerio. E in queste ore loro hanno confermato: in trent’anni di militanza leghista, mai vista una cosa del genere”. Il Carroccio batte cassa, 5mila euro richiesti a tutti i propri consiglieri regionali per finanziare la campagna elettorale alle porte. Sbuffi diffusi. Veneto furibondo. “Un’iniziativa sbagliata e irrispettosa”, scuote la testa Fabrizio Boron, storico amministratore dell’area Zaia. “Non mi risulta che alcun parlamentare abbia mai versato alcun contributo a sostegno delle regionali, che comportano spese personali ben più cospicue. Nemmeno si sono degnati di avvisarci per vie ufficiali”.