IRRESPONSABILE OTTIMISMO Il vero pericolo non è ciò che farà Meloni, ma ciò che non farà

Categoria: Italia

Goffredo Bettini ha ammonito i “salotti” a non pretendere di scegliere loro il nuovo segretario del Pd. I “caminetti” hanno tirato un sospiro di sollievo. Il liceo Manzoni è stato occupato più o meno quando la maratona Mentana era ancora in corso

CLAUDIO CERASA 30 SET 2022 lettura2’

Non amare Meloni né il sovranismo, ascoltare le parole di Biden e farsi una domanda: è preoccupante non essere preoccupati? Parliamone

Leggi con attenzione le cronache dei giornali internazionali. Scruti con interesse i commenti di alcuni osservatori europei. Osservi con curiosità le proteste preventive dell’internazionale antifa. Vai a curiosare con trepidazione tra le amache di Michele Serra. E poi, dopo aver ascoltato anche le parole del presidente americano Joe Biden, che ieri commentando il voto italiano si è detto “preoccupato” rispetto alla possibilità che ciò che è accaduto in Italia possa capitare anche nelle mid-term americane, poi, dopo tutto questo, ti appunti con diligenza anche tutti gli endorsement arrivati dai più impresentabili estremisti del mondo. Marine Le Pen? C’è. Orbán? Eccolo. Vox? Presente. L’AfD? Ovvio. Bolsonaro? Claro. Bannon? Oh, yes. Trumpiani? Avoja. Osservi tutto questo. Riavvolgi i nastri del passato ricordando cosa Meloni aveva detto e pensato sull’euro, sull’Europa, sulla globalizzazione, sull’immigrazione. Ragioni con profondità sui motivi che spingono i quotidiani, non solo italiani, a ricordarci ogni giorno cosa è il fascismo e cosa non lo è. E poi però ti fermi un attimo, provi a ragionare sul futuro e alla fine, inevitabilmente, viene naturale chiederti se sia preoccupante non essere preoccupati. Sarà capitato anche voi, probabilmente, in questi giorni, e vi sarete chiesti anche voi come sia possibile, di fronte a quello che giustamente la Cnn ha definito il governo più orientato verso l’estrema destra dai tempi del fascismo a oggi, che non ci sia una qualche ragione per essere terrorizzati rispetto ai mesi che ci saranno. E vi sarete chiesti anche voi se non valga allora la pena indignarsi preventivamente, come successo al liceo Manzoni di Milano, primo caso forse al mondo di liceo occupato per protestare contro un governo che ancora non è nato, rispetto a tutto quello che potrebbe capitare all’Italia sui vari terreni su cui l’onda meloniana potrebbe pesare: l’economia, l’immigrazione, l’Europa, la crescita, i diritti, il lavoro. Sarà capitato anche a voi di essere perfettamente consapevoli dei rischi che può correre l’Italia con il governo Meloni e di sentirvi nonostante questo non in presenza di un terremoto capace di far deragliare il treno dell’Italia dai suoi binari. Sarà capitato anche a voi di chiedervi perché mentre si dice che arriverà l’apocalisse noi ce ne usciamo fuori con un ombrellino. E sarà capitato anche a voi di chiedervi se la ragione di questo irresponsabile ottimismo di fondo sia legata alla tesi di Calenda, “questo governo dura sei mesi”, o sia legata a qualcosa di più, a un insieme di fattori cioè che sommati insieme ci danno l’illusione che anche questa volta gli angoli del populismo non potranno che essere smussati. E dunque, quali sono questi fattori di stabilità che ci fanno essere così irresponsabilmente non pessimisti?

- Perché Salvini potrebbe cedere il Viminale per le Infrastrutture

30 SET 2022 Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa ilfoglio.it

Al direttore - In un’intervista al Fatto quotidiano, Goffredo Bettini ha ammonito i “salotti” a non pretendere di scegliere loro il nuovo segretario del Pd. I “caminetti” hanno tirato un sospiro di sollievo.

Michele Magno

Dio benedica le primarie (che se non ricordo male un tempo anche Giorgia Meloni voleva fare: ops!).

Al direttore - Corre voce che Giorgia Meloni stia insistendo con Matteo Salvini per convincerlo ad accettare la delega delle Politiche giovanili, garantendogli che il titolare di quel dicastero (senza portafoglio) ha comunque davanti a sé la prospettiva di una brillante carriera.

Giuliano Cazzola

Ci sono buone ragioni per scommettere su Salvini ministro non dell’Interno ma delle Infrastrutture. Gestire direttamente la sicurezza forse no (ma su questo leggete il nostro editoriale a pagina tre) ma gestirla indirettamente sì. Vi state chiedendo in che senso? Vi diamo un indizio. Chi ha il controllo della Guardia costiera? Il Viminale? No. Le infrastrutture? Yes. Due penny qui, grazie.

Al direttore - Esattamente 50 anni fa ero studente al liceo Manzoni di Milano. Si parlava allora, e anche si scioperava, e si occupava, per l’agibilità politica, cioè il diritto a riunirsi in assemblea, per il Vietnam, per il Cile, per il divorzio, contro le stragi, contro il militarismo e per mille altre cose con modi giusti o sbagliati ma comunque con una idea di libertà. Provo una distanza siderale dagli studenti di oggi che hanno occupato il liceo per protestare contro una maggioranza parlamentare che può non piacere ma che comunque è stata liberamente eletta. Eletta, lo dico per inciso e per evitare equivoci, non con il mio contributo. Sono gli stessi che non spendono una parola, né sfilano sotto il consolato contro gli autocrati iraniani che in questi stessi giorni massacrano le donne a causa delle capigliature che le ragazze del Manzoni invece possono portare senza rischi. Concordo con il direttore. Mi vergogno dei miei successori.

Guido Salvini

Il liceo Manzoni, come ha ricordato con genialità sul Foglio Andrea Minuz, è stato occupato più o meno quando la maratona Mentana era ancora in corso. Le occupazioni ovviamente valgono quello che valgono, e quando arriva l’autunno lo sappiamo ormai che le occupazioni seguono le stesse dinamiche naturali delle foglie che cadono dagli alberi, sono cose cioè che capitano a prescindere dal contesto, ma il tema interessante è che il caso Manzoni riguarda un problema che ci accompagnerà a lungo nei prossimi mesi: considerare la destra al governo un pericolo per la democrazia a prescindere da quello che farà. Ha ragione lei, caro Salvini: se proprio si ha voglia di protestare per difendere i nostri diritti, meglio farsi un giro di fronte al consolato iraniano, grazie.