L'ANALISI Non solo la Lukoil di Priolo. Ecco tutti gli altri principati di Russia in Italia

Categoria: Italia

- L'INVERNO RIBALTATO Sul campo di battaglia neanche il freddo sta con Putin. I 300 mila kit artici di Kyiv contro i mobilitati russi che non hanno i calzini e abbandonano il fronte

27.11.2022 vari da ilfoglio.it lettura3’

L'ANALISI Non solo la Lukoil di Priolo. Ecco tutti gli altri principati di Russia in Italia

STEFANO CINGOLANI 26 NOV 2022

    

La terza raffineria del paese, il secondo operatore telefonico, l’acciaieria più grande dopo l’Ilva e il maggiore gruppo energetico nazionale: in cinque anni è avvenuta la “russificazione” dell’economia e gli investimenti sono passati da appena tre milioni di euro a un miliardo. Quanto costa liberarsi dei boiardi che hanno conquistato l’Italia

Si sta disgregando in questi giorni il principato di Priolo, il più consistente impegno industriale in Sicilia e uno dei maggiori in Italia, assunto dal Cremlino e dai suoi amici. Sembra inappropriato chiamarlo principato? E come allora, dominio, protettorato, forse oblast? Adesso è finita o meglio siamo all’inizio di una fine che potrà essere lunga, complicata, dolorosa. La Lukoil con l’Isab, il suo grande impianto di raffinazione, è il perno dell’intero polo petrolchimico siciliano, ma i russi, incappati nelle sanzioni, dovranno mollare. Non è chiaro come, quando, chi li sostituirà, mentre monta l’onda nazionalizzatrice che spinge affinché il governo prenda in mano la guida. Si era fatto avanti un fondo d’investimenti che non piace, perché americano, né ai russi né ai sindacati e ai poteri locali siciliani impegnati a battere la grancassa dello stato azionista. Tirano in ballo l’Eni anche se non è interessata. Il Tesoro è già sotto stress: possiede direttamente due terzi del Monte dei Paschi e avrà un ruolo rilevante in Ita Airways; Invitalia deve diventare socio principale dell’Ilva; la Cassa depositi e prestiti prenderà in carico Tim e la rete internet. La fantasia della finanza e la volontà della politica si daranno da fare. Comunque finisca, va spezzato il cappio stretto al collo dell’Italia. L’impero del gas aveva trasformato il Bel Paese in una colonia e dalle steppe sono scesi a frotte principi, boiardi, governatori, oligarchi: hanno portato truppe, ma soprattutto le hanno trovate in loco; hanno speso rubli, ma per lo più hanno incassato vagonate di euro….

- L'INVERNO RIBALTATO Sul campo di battaglia neanche il freddo sta con Putin

I 300 mila kit artici di Kyiv contro i mobilitati russi che non hanno i calzini e abbandonano il fronte

CECILIA SALA 26 NOV 2022

    

Il “generale inverno” aveva salvato i russi da Napoleone perché erano in difesa e le tempeste di neve penalizzavano quelli con le linee logistiche lunghe e fragili (che in Ucraina sono i russi). Non hanno le tecnologie che servono a resistere e Kyiv ha già vinto a Kharkiv e Kherson convincendo i soldati di Putin a fuggire da condizioni impossibili

Ichirurghi di Leopoli hanno portato a termine due trapianti di cuore, un trapianto di fegato e sei di reni senza luce, con una torcia. Il negoziato non c’è e mentre Kyiv ripete ai suoi cittadini di scappare dalle zone appena liberate perché sono le più esposte alle bombe russe sulle centrali energetiche, mentre chiede ai cittadini all’estero di rimanerci perché l’inverno sarà pericoloso per i civili, ragiona sul futuro della guerra sapendo che, sul campo di battaglia, la situazione è ribaltata. I soldati di Kyiv hanno 300 mila kit artici pensati per sopravvivere anche ai poli, i soldati di Putin non hanno neppure i kit di primo soccorso. Il “generale inverno” aveva salvato i russi da Napoleone e da Hitler perché i russi erano in difesa e le tempeste di neve penalizzavano quelli con le linee logistiche più lunghe e fragili (che questa volta sono i russi). Mosca ha cominciato la sua invasione totale il 24 febbraio e tre settimane dopo ha dovuto abbandonare il nord e le ambizioni sulla capitale perché nella colonna di mezzi lunga sessanta chilometri che marciava verso Kyiv le prime file avevano finito cibo e carburante, rischiavano di morire per ipotermia. Quella di Putin è una guerra di aggressione che non ha senso paragonare a quelle antiche in cui era la Russia l’aggredito.