Sono tredici le detenute italiane in regime di carcere duro. Chi sono le donne che scontano la pena al 41bis

Categoria: Italia

Vivono così le tredici detenute considerate pericolosissime e quindi da tenere isolate, da rinchiudere in una tomba seppure ancora vive
Francesca Sabella — 30 Gennaio 2023 ilriformista.it lettura2’

Vivono in celle di cemento di pochi metri quadrati. Passano giorno e notte in una stanza gelida, singola, con un letto, un tavolo e una sedia inchiodata al pavimento. Private della privacy perché sorvegliate a vista dalla Polizia penitenziaria h24. Private anche della parola e condannate al silenzio quasi totale. I contatti con le guardie carcerarie sono ridotti al minimo indispensabile e l’ora d’aria si fa in compagnia solo di un’altra detenuta. Sono le donne condannate al 41bis. Vivono così le tredici detenute considerate pericolosissime e quindi da tenere isolate, da rinchiudere in una tomba seppure ancora vive. Ma chi sono le donne italiane detenute al 41bis?

La prima a essere condannata al carcere duro fu Nella Serpa, conosciuta anche come “Nella la bionda”, è stata arrestata il 30 marzo del 2012 ed è stata per tempo il capo cosca della ‘ndrangheta di Paola. Sorella di Pietro Serpa, assassinato nel maggio del 2003 con una raffica di colpi di pistola nel parcheggio di un hotel sulla Statale 18. Nella Serpa sta scontando l’ergastolo nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila “Le Costarelle”, lo stesso nel quale dal 16 gennaio 2023 è detenuto il padrino di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro. Tra le donne che scontano la pena al 41bis l’anarchica Nadia Desdemona Lioce, esponente di spicco delle Nuove Brigate Rosse, accusata di essere tra i membri del commando che uccise i giuristi Massimo D’Antona nel 1999 e Marco Biagi nel 2002. Manette ai polsi nel 2003 e condannata all’ergastolo, ora sconta la pena all’Aquila in regime di carcere duro. Insieme con Nadia Desdemona Lioce furono spedite al carcere duro anche Laura Proietti e Diana Blefari, brigatiste coinvolte nei delitti Biagi e D’An-tona.

C’è anche una napoletana tra le donne che stanno scontando una pena ai limiti dell’umano. Maria Licciardi, chiamata “Lady Camorra” membro dell’associazione camorristica “Alleanza di Secondigliano”, è Chanel nella serie di Roberto Saviano “Gomorra”. “A piccerella” altro soprannome della donna boss del clan Licciardi fu arrestata dai carabinieri del Ros all’alba del 7 agosto 2021 nell’aeroporto di Ciampino mentre stava per imbarcarsi su un volo diretto a Malaga (Spagna) dove vive la figlia. Lady Camorra fu poi trasferita dal carcere di Lecce a quello di Rebibbia dove è sottoposta al regime detentivo del 41 bis.

Ma la prima donna della camorra a sedersi dietro le sbarre del 41bis è stata Teresa De Luca Bossa, “Donna Teresa” per i suoi fedelissimi. Pare che anche lei abbia ispirato il personaggio di Chanel in Gomorra.
Moglie di Umberto De Luca Bossa e madre di Antonio prende le redini del sodalizio camorristico operante nella periferia est di Napoli quando il figlio finisce in manette. La stessa sorte toccherà anche a lei. Donna Teresa finisce in carcere nel giugno del 2000 insieme con altri 79 camorristi arrestati, accusati a vario titolo di aver partecipato all’omicidio di Luigi Amitrano, ucciso con un’autobomba due anni prima e nipote di un altro boss, Vincenzo Sarno. Tredici donne che oggi vivono in regime di 41bis