Il giorno della commemorazione. Senato, bagarre in aula dopo il discorso di Scarpinato su Strage Capaci. “Il male di mafia non è affatto solo fuori di noi, è anche tra noi ..”

Paita“Parole vergognose”.. facendo riferimento a figure istituzionali di cui si è guardato bene dal fare nomi e cognomi. Mai sentita una cosa simile nelle istituzioni”.

Redazione — 23.5’ 2023 Ilriformista.it lettura2’

“Il male di mafia non è affatto solo fuori di noi, è anche tra noi.” Sospettoso, giustizialista dell’ultima ora con toni a tratti inquietanti. Il discorso del senatore grillino Roberto Scarpinato in occasione della commemorazione per le vittime della strage di Capaci, ha suscitato pesanti polemiche e accesso l’aula del Senato.

Un popolo di colletti bianchi…che grazie alla mafia, hanno costruito carriere politiche e fortune economiche. Presidenti del Consiglio, Ministri, parlamentari nazionali e regionali, Presidenti di Regione, vertici dei Servizi segreti della polizia, alti magistrati e molti altri.”- prosegue il pentastellato – “fino a quando i protagonisti del passato e del presente di questo gioco cinico e sanguinario non saranno chiamati a rendere conto delle loro responsabilità, le stragi del 1992 del 1993 resteranno lo specchio della cattiva coscienza di questo Paese e segno della sua immaturità democratica.

Immediate le reazioni, prima fra tutte quella di Raffaella Paita, Presidente del gruppo Azione-Italia Viva in Senato. Senza mezzi termini Paita sostiene che Scarpinato “oggi come non mai, si debba profondamente vergognare e scusarsi anziché riproporre il fasullo teorema della trattativa Stato-Mafia, smontato dalla Cassazione e su cui ha costruito tutta la sua notorietà. Peraltro oggi ha utilizzato toni inquietanti facendo riferimento a figure istituzionali di cui si è guardato bene dal fare nomi e cognomi. Mai sentita una cosa simile nelle istituzioni.

I diari di Giovanni Falcone, la strage di Capaci e una domanda: perché non sono mai stati diffusi integralmente?
Prosegue Paita – “E farebbe bene, anche, a ricordare che se la guerra a Falcone l’ha fatta la Mafia, la sua denigrazione e’ stata fatta ad opera di alcuni esponenti del Csm, che gli negarono fra l’altro, anche con la complicità di una certa stampa, il ruolo di Procuratore nazionale Antimafia”.

E sul ruolo del Csm si è concentrato anche l’intervento del senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri: “Il Csm ha scritto pagine francamente non virtuose anche quando negò a Falcone incarichi importanti e prestigiosi. Falcone infatti non ebbe una vita facile, non solo per l’aggressione mafiosa che ha distrutto la vita sua, della sua compagna e della scorta che lo accompagnava, ma perché in vita veniva a volte celebrato e a volte contrastato.” – prosegue Gasparri – “Fu negato a Falcone un incarico importante dal Csm, che meritava più di altri. Falcone fu accusato quando assunse i ruoli, forse anche per l’amarezza di quei giudizi, nelle strutture di governo in quegli anni, svolgendo un’azione fondamentale per preparare quella che sarebbe stata la procura nazionale antimafia, che non deve essere solo il luogo per preparare le candidature di un certo schieramento politico. C’è una strana coincidenza; non ce ne è uno che non si candidi da una certa parte politica.”

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