L'EDITORIALE DELL'ELEFANTINO nella Nato, perché no? Il “lodo Kissinger” potrebbe stabilizzare l'Ucraina

Categoria: Italia

- Le tensioni (pronte a esplodere) al ministero della Giustizia. Motivo: : Giusi Bartolozzi, vicecapo di gabinetto del Guardasigilli Carlo Nordio

2.6.2023 Ferrara, Antonucci ilfoglio.it lettura2’  

1-Lineare e fattibile, a cent’anni il fenomeno mondiale del realismo politico cambia idea sull’ingresso nell’Alleanza atlantica di Zelensky, proponendo un serio progetto di pace

GIULIANO FERRARA 02 GIU 2023 ilfoglio.it

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L’unico progetto serio di pace possibile in Europa sta emergendo come quello che chiameremo il “lodo Kissinger”. A cent’anni, il mostro o fenomeno mondiale del realismo politico ha cambiato idea sull’Ucraina nella Nato, e come riferisce Federico Rampini nel Corriere è intorno a questa prospettiva di inclusione di Kyiv nell’alleanza militare difensiva euroatlantica, prodotta del mutamento d’animo o di visione di un vecchio lungimirante e flessibile, che ruota il più serio, fin qui, progetto di congelamento del conflitto partorito in ambienti diplomatici internazionali e firmato o sostenuto potenzialmente dalla coalizione antiPutin. I dettagli sono importanti, la via è lastricata di ostacoli, i tempi insieme ravvicinati e incerti, ma la sostanza ha caratteristiche di semplicità e linearità. Putin deve ottenere un quantum di espansione territoriale per sopravvivere, deve poterla vendere in pubblico (è un venditore). Kyiv può cedere in parte su questo punto, ma nell’ambito di un cessate il fuoco provvisorio e di un disconoscimento strategico dell’assetto mutilato della regione e nazione di cui è espressione, come accadde per la Germania ovest nei confronti della Germania est, solo se l’Ucraina è confermata, e non a chiacchiere, come avamposto dell’occidente europeo la cui identità si sacralizza e consolida come quella della Polonia, dei paesi baltici compresa ora la Finlandia, diventando nella versione di Walter Russell Mead una grande enclave di tipo israeliano ai confini della Russia, una patria inattaccabile, amputata per adesso ma in piedi e pronta a riprendere ciò che è suo più in là nel tempo…..

2.- Le tensioni (pronte a esplodere) al ministero della Giustizia

ERMES ANTONUCCI 02 GIU 2023 ilfoglio

    

Il ministero di Via Arenula è una polveriera pronta a esplodere. La causa di tutte le tensioni porta un nome e un cognome ben precisi: Giusi Bartolozzi, vicecapo di gabinetto del Guardasigilli Carlo Nordio

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Il ministero della Giustizia è una polveriera pronta a esplodere. La causa di tutte le tensioni porta un nome e un cognome ben precisi: Giusi Bartolozzi, formalmente vicecapo di gabinetto del Guardasigilli Nordio, sostanzialmente la persona che ha accentrato nelle sue mani tutte le decisioni più importanti che competono al ministero. Tanto da essere definita ormai la “zarina di Via Arenula”. “Al ministero non si prendono più decisioni in maniera collegiale, tutto è accentrato nelle sue mani, è lei che comanda”, riferisce una fonte del ministero, che ci riporta una realtà fino ad ora rimasta nascosta, in buona parte anche allo stesso Nordio. “Tutte le decisioni passano per il suo tavolo, anche quelle già prese in precedenza insieme dai capi degli uffici”.