“VENIRE DA SOLI A PRENDERSI UN CAFFE’ QUI HA UN GUSTO FANTASTICO”

VINCENZO DE LUCA A CAIVANO E IL COMMENTO DI GIULIANO FERRARA –

14.9.2023 dagospia.com lettura2’

“DON VICIENZO TIRA FUORI IL TRATTO POPOLARE E INTELLETTUALE CHE MANCA ALLA POLITICA LEGGERA, ONDIVAGA, E AI SUOI CERIMONIERI. C’È DA IMPARARE: NON SERVONO I BLITZ, LE INTEMERATE DI UN MOMENTO. MEGLIO PRENDERSI UN CAFFÈ IN SOLITARIO IN UN BAR…” - VIDEO

Estratto dell’articolo di Giuliano Ferrara per Il Foglio

Che cosa testimoniano i video di Vincenzo De Luca? Con un’espressione facciale solida, un fare diretto, il sorriso sornione, di volta in volta l’ultimo politico in servizio che illustri una notevole tradizione repubblicana dice come la pensa e che cosa fa o vuol fare in una lingua politica chiara, spesso beffarda e urtante, pedagogica ma non saccente, priva di quella leggerezza così di moda nel mondo incantato del luogocomunismo.

Servono repressione, stazioni dei Carabinieri affollate e pattugliamenti vigili giorno e notte, telecamere di sicurezza permanenti per ogni dove, interventi sociali di integrazione e inclusione nella scuola e nello sport, e aggiunge che bisogna smetterla di glorificare gli stili di vita camorristi, con il loro effetto di virilismo dominante, nei film, nelle serie e nel bla bla di un’informazione mediatica impazzita.

Non servono i blitz, le intemerate di un momento. Non servono le storie vere e miserabili che offrono un modello luccicante ai ragazzi di strada. Meglio prendersi un caffè in solitario in un bar di Caivano, piuttosto. Lo stesso su altri temi.

(...)

Dietro i video di De Luca, un genere di successo, che colpisce anche chi non ami la sua personalità che sa essere scomposta e a suo modo viziosa, intrisa di una forte ambizione di potere come missione assoluta, c’è molto più che una gavetta o una carriera tenace e variegata di amministratore e di leader popolare cresciuto a pane e politica.

Qualunque cosa faccia, anche quando sbaglia o s’imbroglia nelle curve di una frenetica attività pubblica, don Vicienzo tira fuori, dalla sua poderosa e irriverente alterigia, il tratto popolare e intellettuale che manca alla politica leggera, ondivaga, e ai suoi cerimonieri. Sta nel mercato del consenso anche lui, ci mancherebbe, e con buoni risultati finora, ma baratta il solido con il solido, procede a strappi graduali su una linea costante, su un retroterra istituzionale che non si limita all’ammiccamento.

Può succedere che un tipo così, così inusuale per gli standard contemporanei, ma irresistibile per certi versi nel suo ghigno di stato, ostile al neotribalismo andante di cui parla Panebianco, abbia un destino politico nazionale importante e utile alla Patria.

Comunque sia chi governa e chi si oppone, chi fa parte del sistema evanescente del nostro presente culturale e politico, dovrebbe esaminare con mente e cuore semplici la performance di De Luca. C’è molto da imparare, amici e avversari.

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