PRIMA I FEDELISSIMI Nelle liste di FdI per Bruxelles quasi solo nomi di partito. Con qualche piccola eccezione. Matteo Zoppas al posto di Zaia ?

Categoria: Italia

Chi sperava che le europee fossero l'occasione per una fase due, più aperta all'esterno del partito, rimarrà deluso

GIANLUCA DE ROSA 24 APR 2024ilfoglio.it lettura2’

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“Qualche sorpresa ci sarà, con almeno tre candidati che non vengono dal partito, ma non posso anticiparli”. Lucio Malan, capogruppo al Senato di Fratelli d’Italia, promette che nelle liste del partito per le europee qualche apertura a volti della società civile ci sarà. E però la sensazione è che se qualcuno pensava che l’europee fossero l’occasione per l’inizio di una fase due dei Fratelli d’Italia al governo, più aperta all’esterno, si sbagliava. Dentro il partito sono tutti abbastanza convinti: “Le liste saranno costituite da gente del partito, persone che tutti i giorni lavorano sui territori”. Altro che apertura alla società civile. Eppure qualcuno suggerisce: “Guardate al nord-est…”. Il nome forte, si vocifera, potrebbe essere quello di Matteo Zoppas, ultimo capitano della dinastia di imprenditori di Conegliano, ed ex presidente della Confindustria veneziana. Ma è un unicorno, un animale che esiste solo nelle fantasie che talvolta nascono in Transatlantico. Luca De Carlo, uomo forte del partito in Veneto, smentisce: “Zoppas per le europee? Ma figuriamoci”. E d’altronde non è un segreto che il nome FdI lo ha sondato, sì, ma non per Bruxelles. Zoppas è l’uomo che il partito sogna per il dopo Zaia. Ma comunque qualche piccolo nome dal mondo delle imprese in effetti in quella circoscrizione elettorale ci sarà. Dalll’ex presidente di Confragricoltura Bologna, Guglielmo Garagnani, al responsabile delle relazioni esterne di Illumia, piccolo operatore del mercato energetico, Piergiacomo Sibiano. Anche in centro Italia, come anticipato da questo giornale, ci sarà una candidatura fuori dai recinti della fiamma, quella di Francesco Carducci, manager cultura con un passato da assessore a Roma di Francesco Rutelli.