ai raggi X. Ecco la classifica di Mediobanca
13 Novembre 2025, 13:46 | di Redazione FIRSTonline.info lettura6’
Nella 60esima edizione del volume “Le Principali Società Italiane”, l’Area Studi Mediobanca passa in rassegna 2.828 aziende, tra cui banche e assicurazioni, e analizza le le otto imprese più dinamiche e profittevoli del IV Capitalismo
Eni regina per fatturato, Enel leader negli utili, Poste primo datore di lavoro: società italiane ai raggi X. Ecco la classifica di Mediobanca
Eni si conferma leader con un fatturato di 88,8 miliardi di euro, Enel domina la classifica degli utili nel 2024, chiudendo l’anno con un risultato netto di 7 miliardi di euro, Poste Italiane è il primo datore di lavoro italiano, con 119.117 dipendenti. Sono questi i principali dati che emergono dalla 60esima edizione del volume “Le Principali Società Italiane”, presentato dall’Area Studi Mediobanca, che analizza i bilanci relativi all’esercizio 2024 di 2.828 aziende (2.311 società industriali e di servizi, 29 di leasing, 34 di factoring e credito al consumo, 359 banche e 95 assicurazioni) e contiene un approfondimento sulle 8 imprese manifatturiere del IV Capitalismo più dinamiche e profittevoli.
Le big energetiche guidano la classifica dei top player
La classifica 2024 delle principali aziende industriali e di servizi italiane conferma la supremazia dei grandi gruppi energetici a controllo pubblico. Basti pensare che le prime venti posizioni vedono la presenza di nove imprese pubbliche, cinque private italiane e sei a capitale estero, con una netta prevalenza del settore energetico-petrolifero, che conta nove aziende nella Top 20. Al primo posto, come detto, c’è Eni, seguita da Enel, che lo scorso anno ha registrato un fatturato di 73,9 miliardi. Medaglia di bronzo per Gse con 51,9 miliardi.
I dati del primo semestre 2025 mostrano un riavvicinamento tra Eni (41,3 miliardi) ed Enel (39,7 miliardi). Tra le aziende manifatturiere, Stellantis Europe si posiziona quarta con 21,3 miliardi, seguita da Leonardo (17,8 miliardi) e Prysmian (17 miliardi). In forte crescita Ferrovie dello Stato e Saipem (+4 posizioni ognuna), rispettivamente al settimo e ottavo posto. Telecom Italia è la prima azienda del comparto dei servizi (nona), mentre Edison chiude la Top 10. Le aziende pubbliche rappresentano quasi l’80% delle vendite e circa il 90% del margine operativo netto della Top 10, con un valore aggiunto per dipendente di 221mila euro, contro i 138mila euro delle imprese private, mentre la presenza manifatturiera nelle prime dieci posizioni è limitata al 17,1% del fatturato e al 6,6% del margine operativo, ma con un peso del 33,3% in termini di dipendenti. “La somma dei fatturati dei gruppi manifatturieri della Top10 non arriva al 65% del giro d’affari di Eni”, sottolineano gli esperti di Mediobanca, evidenziando che “nel 1965, tra le prime dieci aziende, la manifattura rappresentava quasi il 50% delle vendite, mentre il comparto pubblico, attivo anche attraverso enti speciali, si attestava al 32%.
Complessivamente, sono 1.519 le aziende in classifica, di cui 282 con un fatturato superiore al miliardo di euro. Queste ultime generano 1.060 miliardi di euro di ricavi (-1,5% sul 2023), impiegano oltre 2 milioni di persone (+3%). Registrano inoltre un Ebit Margin del 7,6%, con un rapporto risultato netto/fatturato del 4% e un debt equity ratio del 90,4%.
Top e flop: la classifica degli utili e delle perdite
Lo scorso anno Enel ha raddoppiato i propri utili, salendo dai 3,4 miliardi del 2023 ai 7 del 2024 grazie al buon andamento delle attività ordinarie, dai proventi derivanti da cessioni e da minori svalutazioni rispetto all’anno precedente. Eni si piazza al secondo posto con 2,6 miliardi di utile, in calo rispetto ai 4,8 miliardi del 2023. Sul terzo gradino del podio si trova Poste Italiane, che registra un utile di 2 miliardi (contro gli 1,9 miliardi dell’anno precedente).
Seguono due aziende dell’automotive di fascia alta: Ferrari, con 1,6 miliardi di utile (in crescita rispetto agli 1,3 miliardi del 2023), e Automobili Lamborghini, che segna un risultato record di 1,4 miliardi, quasi tre volte i 479 milioni dell’anno precedente.
Sempre nel comparto delle auto di lusso, Maserati si distingue in senso opposto guidando la classifica delle perdite con un rosso di 701 milioni di euro, pari all’87% delle vendite, a causa del crollo delle immatricolazioni. Seguono Telecom Italia con una perdita di 610 milioni (4,3% del fatturato), Beko Europe Management con 492 milioni (21,6%), Vodafone Italia con 374 milioni (7,7%) e Open Fiber con 364 milioni di perdita, pari al 59,5% del fatturato.
I principali datori di lavoro
In cima alla classifica si posiziona Poste Italiane, con 119.117 dipendenti, in lieve calo dello 0,2% rispetto al 2023. Seguono Ferrovie dello Stato con 96.335 risorse (+4,2%), Leonardo con 60.468 (+12,9%) ed Enel con 60.359 (-1,1%), tutte sopra la soglia delle 50mila unità. Chiudono la graduatoria Oniverse Holding (45.886, +1,8%), Webuild (41.719, +9,8%) e Almaviva – The Italian Innovation Company (41.512, -7%).
Manifattura: metà del fatturato dal meccanico
Considerando la sola manifattura, le prime 20 aziende realizzano un fatturato aggregato pari a 160 miliardi di euro, ovvero 54,6 miliardi in meno rispetto al valore complessivo totalizzato dalle tre energetico-petrolifere sul podio (214,6 miliardi). Il comparto meccanico risulta il più rappresentato all’interno della Top 20, con otto aziende: cinque operano nella produzione di mezzi di trasporto (Stellantis Europe, Leonardo, Fincantieri, Iveco e Ferrari), mentre tre sono attive nella fabbricazione di macchine e attrezzature (Nuovo Pignone, Ali Holding e Danieli). Esse generano quasi la metà del fatturato delle prime 20 aziende manifatturiere in graduatoria. Completano la classifica tre aziende del settore alimentare (Parmalat, Cremonini e Barilla), tre metallurgiche (Marcegaglia, Chimet e Finarvedi), due specializzate in gomma e cavi (Prysmian e Pirelli), una nel settore delle pelli e del cuoio (Prada), una nel farmaceutico (Menarini), una nel chimico (Mapei) e una nei materiali per l’edilizia (Buzzi).
Banche e assicurazioni
Nel 2024 la classifica delle prime 20 banche italiane (in base al totale attivo tangibile) al primo posto c’è Intesa Sanpaolo, con 922,7 miliardi di attivi (-3,2%), seguita a ruota da Unicredit con 781,8 miliardi (-0,1%). Terza Cdp (391,3 miliardi -1,2%). Dal quarto al decimo posto del ranking, troviamo rispettivamente Banco Bpm (196,9 miliardi, -1,9%), Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea (164,4 miliardi, -5,7%), Bper Banca (139,9 miliardi, -1,1%), Banca Monte dei Paschi di Siena (122,4 miliardi), Mediobanca (98,2 miliardi, +8,1%), Banca Nazionale del Lavoro (92,8 miliardi, -9,8%) e Crédit Agricole Italia (90,9 miliardi, -1,9%).
Nel comparto assicurativo, Generali mantiene il dominio assoluto della Top10 dei gruppi ed è la regina incontrastata in tutte le 60 edizioni. Chiude il 2024 con “ricavi assicurativi derivanti dai contratti assicurativi emessi” pari a 54,1 miliardi di euro ovvero il 67% del totale realizzato dall’intero comparto. Seguono Unipol Assicurazioni (9,8 miliardi) e Società Reale Mutua di Assicurazioni (4,4 miliardi). “Le posizioni nella Top5 dei gruppi assicurativi muterebbero parzialmente considerando i premi lordi (non più indicati nei nuovi schemi di bilancio consolidato)”, evidenzia Mediobanca. In questo caso, al primo posto stabile Generali (95,2 miliardi) seguita da Intesa Sanpaolo Assicurazioni (19,6 miliardi), Poste Vita (18 miliardi), Unipol Assicurazioni (15,6 miliardi) e Mediolanum Vita (6,5 miliardi).
Le aziende più dinamiche
Passando all’approfondimento sulle società più dinamiche del Quarto Capitalismo, l’Area Studi Mediobanca parla di otto aziende italiane, leader di innovazione industriale e farmaceutica. Si tratta di Dompé Holdings (settore biofarmaceutico), Technoprobe (microelettronica), Bsp Pharmaceuticals (farmaci oncologici e biotecnologici), Branca International (bevande alcoliche), Gessi Holding (private wellness, arredo bagno e cucina di alta gamma), Alfasigma (farmaceutica), Sabelli (comparto caseario), Flamma (farmaceutica specializzata nella produzione di principi attivi e intermedi chimici).
La graduatoria comprende imprese manifatturiere a controllo familiare italiano della fascia dimensionale intermedia con elevati tassi di crescita di fatturato e redditività. Aziende che nel 2024 hanno visto il loro fatturato crescere di almeno il 20% rispetto al 2023 e hanno segnato un’incidenza del risultato sul giro d’affari non inferiore al 4% sia nel 2024 che nel 2023.
Nel dettaglio, nei due anni oggetto d’indagine, questi gruppi hanno realizzato un incremento aggregato delle vendite pari al +32,4%, dato considerevole se raffrontato alla performance negativa dell’intero comparto manifatturiero, pari al -0,7%. Quattro delle dinamiche hanno sede nel Nord Ovest (tre in Lombardia e una in Piemonte), due nel Centro (una nelle Marche e una nel Lazio) e due nel Sud e Isole (entrambe in Abruzzo).
“Dai farmaci oncologici ai semiconduttori, passando per il design di lusso, gli spirits e i formaggi d’eccellenza, queste imprese incarnano il profilo vivace e innovativo dell’Italia industriale e tecnologica”, sottolinea l’Area Studi Mediobanca, secondo cui la loro forza risiede anche nella spinta internazionale: nel complesso, oltre il 75% del loro fatturato aggregato proviene dalle esportazioni, una quota nettamente superiore rispetto al 51%1 registrato dalla manifattura nel suo insieme. Peraltro, alcune imprese dinamiche realizzano oltre il 90% dei ricavi all’estero.