venuti in Italia perché «un’amica di mia moglie le aveva parlato dell’Abruzzo come di una terra speciale, e ancora pura
22 Novembre 2025 - 06:10 Alessandro D’Amato open.online ldettura3’
Secondo il tribunale il padre è un ecologista fondamentalista che vuole isolarsi dal mondo. Lui: «Se non ce li ridanno Catherine prenderà i tre bambini, i loro passaporti e li porterà con sé in Australia»
Si chiamano Utopia Rose, 8 anni, Galorian e Bluebell, gemelli maschio e femmina di 6, i tre bambini portati via dalla famiglia che vive nel bosco a Palmoli in provincia di Chieti. I giudici parlano nei loro confronti di «lesione del diritto alla vita di relazione», lesione che può avere effetti «sullo sviluppo cognitivo-emotivo». Intanto la politica protesta: «I figli non sono dello Stato». Ma secondo il tribunale bensì l’assenza di vita di relazione, sancita dall’articolo 2 della Costituzione, è produttiva di gravi conseguenze psichiche ed educative a carico del minore. Ma il padre Nathan Trevallion, 51 anni, originario di Bristol, dice a Repubblica: «Non sono matto. Scelgo la natura. E li riporterò a casa».
La decisione dei giudici sui bimbi nel bosco a Chieti
Nathan Trevallion è stato allontanato dalla famiglia perché è un ecologista fondamentalista, spiega il quotidiano. Un no vax che vuole isolarsi dal resto del mondo. «Viviamo su un pianeta malato, pieno di violenza e droga», spiega. L’ordinanza del tribunale dei minorenni dell’Aquila dice che i tre fratellini parlano male l’italiano e non vanno a scuola. L’unschooling, l’educazione parentale con il supporto di una docente, della figlia più grande, Utopia Rose, dai servizi sociali è stata definita no-schooling: niente grammatica, niente matematica, molta natura vissuta e pensieri costanti sul «mondo avvelenato». La casa in cui vivono ha cucina con una stufa, un lavandino senza rubinetti più uno stanzone con i pitali a terra. Dormono tutti insieme in quattro letti separati.
La casa
La casa non ha l’abitabilità, l’acqua corrente, il gas e la luce elettrica. Alcuni led a soffitto la illuminano. Secondo i giudici si tratta di «condizioni disagevoli e insalubri» mentre il rudere è fatiscente. I bambini non avevano mai visto un pediatra fino allo scorso luglio, quando il tribunale l’ha imporsto. Possono socializzare solo con i coetanei senza smartphone. I giudici parlano, infine, di «lesione del diritto alla vita di relazione», lesione che può avere effetti «sullo sviluppo cognitivo-emotivo». «Siamo scappati un mese in Francia e in Spagna e lì abbiamo studiato i nostri diritti, costituzionali e universali», spiega il padre. «Noi possiamo vivere secondo natura, la legge lo consente».
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50 mila euro a figlio
La pediatra ha chiesto accertamenti neuropsichiatrici per i bambini e un prelievo di sangue. I genitori hanno acconsentito, «solo dopo il pagamento di 50.000 euro a figlio». Trevallion dice a Repubblica che ha conosciuto Catherine Birmingham «a Bali, in Indonesia. Cercavamo una nuova vita. Lei è di famiglia benestante, una cattolica fervente. È una maestra di equitazione e ha scritto un libro di coaching con la prefazione della regina di Danimarca. Catherine, di lingue, ne parla sei». Qualche tempo fa ha avuto un incidente in taxi, ha rischiato la vita e si è scoperto un nemico totale della modernità. «Crediamo, io e Catherine, in una vita senza contaminazioni, concrete e spirituali».
L’Abruzzo
Nathan spiega che lui e Catherine sono venuti in Italia perché «un’amica di mia moglie le aveva parlato dell’Abruzzo come di una terra speciale, e ancora pura. Abbiamo preso una casa in provincia di Teramo, a Sant’Omero». L’acqua corrente non c’è perché «le tubature portano in casa le microplastiche, è necessario staccarsi dalla rete. E poi non volevo pagare la bolletta». E ancora: «L’unico problema è che lì c’era il bagno in casa. L’abbiamo tolto e abbiamo creato una buca naturale all’esterno». L’acqua dove la prendete? «Dal pozzo». Riesce a lavarsi? «Non faccio mai un bagno completo, uso una spugna bagnata».
I bambini nel bosco a Chieti
nuclei neorurali. Ci hanno sostenuto e ci sostengono, come tutto il paese e potrei dire l’Italia intera, una nazione dove vivo benissimo», spiega ancora Trevallion. I figli «sono felici, profumati, beneducati e ben nutriti. Perché spezzare questo legame?». Continueranno con l’educazione scolastica parentale: «È un nostro diritto, andiamo avanti con le nostre idee».
Il lavoro
Trevallion dice che la moglie «lavora, in smart working. Usa un tablet, abbiamo la connessione». Poi promette: «Io voglio solo riportarli in questa casa e tornare a vivere tutti insieme. A breve sistemeremo la questione del bagno, riportandolo in casa. Sposteremo la cucina, realizzeremo due camere da letto. È già venuto un ingegnere. Quattro, cinque giorni e tutto tornerà felice come prima». Se invece non andrà così «Catherine prenderà i tre bambini, i loro passaporti e li porterà con sé in Australia. Io continuerò con gli animali nel nostro bosco italiano». Infine, una volta compiuti i 18 anni «se vorranno vivere nello smog di New York, liberi di farlo. Noi, oggi, diamo a loro quello di cui hanno bisogno, di fronte a una società avvelenata».