Trova le differenze Cosa ha letto Travaglio, e cosa hanno davvero scritto Trump e Putin

Categoria: Italia

Travaglio da un lato consegna alla Russia ciò che ancora non ha conquistato

5 Dicembre 2025Marco Taradash linkiesta.it lettura3’

Il direttore del Fatto accusa l’Europa di danneggiare l’Ucraina opponendosi al negoziato americano e sostiene che Mosca subirebbe una confisca di 100 miliardi di dollari, in realtà la proposta prevede lo sblocco dei fondi congelati e un profitto solo per Usa e Russia

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Il direttore del Fatto, Marco Travaglio, scrive oggi un editoriale per dimostrare una volta di più come gli “euro-nani” stiano portando alla rovina l’Ucraina contrastando l’offerta di Donald Trump contenuta nei famosi 28 punti concordati con Vladimir Putin. Mettiamo a confronto la lettura di Travaglio con la scrittura di Trump.

 

Secondo Travaglio «Kyjiv rinuncia a ciò che ha già perso (Crimea, Lugansk, 90% del Donetsk, 76% dell’oblast di Kherson e 80% di quello di Zaporizhzhia) e a un fazzoletto di terra che sta per perdere dopo la caduta di Pokrovsk (il 10% del Donetsk); in cambio Mosca rinuncia ai territori che occupa nelle regioni di Sumy, Kharkiv, Dnipropetrovske».

Secondo Trump «La Crimea, Lugansk e Donetsk saranno riconosciute come territori di fatto russi, anche dagli Stati Uniti. Kherson e Zaporizhzhia saranno congelate lungo la linea di contatto, il che significherà un riconoscimento di fatto lungo la linea di contatto. La Russia rinuncerà agli altri territori concordati che controlla al di fuori delle cinque regioni. Le forze ucraine si ritireranno dalla parte dell’Oblast di Donetsk che attualmente controllano, e questa zona di ritiro sarà considerata una zona cuscinetto neutrale e smilitarizzata, riconosciuta a livello internazionale come territorio appartenente alla Federazione Russa. Le forze russe non entreranno in questa zona smilitarizzata».

Travaglio da un lato consegna alla Russia ciò che ancora non ha conquistato ma che presto – assicura – conquisterà, dall’altro le sottrae ciò che nel documento è indicato come ancora da definire. Ne avrà discusso con Putin? Poi il direttore del Fatto aggiunge che: la Russia «accetta la confisca di 100 miliardi di suoi beni congelati (su 290) per ricostruire l’Ucraina sconfitta».

Vediamo la versione di Trump: «Cento miliardi di dollari di beni russi congelati saranno investiti in progetti guidati dagli Stati Uniti per ricostruire e investire in Ucraina, con gli Stati Uniti che riceveranno il 50% dei benefici. L’Europa aggiungerà 100 miliardi di dollari per aumentare gli investimenti disponibili per la ricostruzione dell’Ucraina. I fondi europei congelati saranno sbloccati e i restanti fondi russi congelati saranno investiti in un veicolo di investimento separato, congiunto tra Stati Uniti e Russia».

Dov’è la confisca di 100 miliardi russi di cui parla Travaglio? Chi la vede? Troviamo invece lo sblocco di tutti i fondi congelati e l’investimento di una parte dei 100 miliardi in una società i cui profitti saranno spartiti a metà fra russi e americani (ecco la zampata negoziale di Trump). Non è una confisca, vero?

Ora abbiamo trovato le differenze. Ma l’operazione di Travaglio è, come dire, più sofisticata. Vuol far sembrare che gli europei vogliano mandare al macello gli incauti ucraini per qualche «fazzoletto di terra» e per un pugno di dollari. Questa è solo una parte, e non la principale delle questioni ancora aperte. Le ragioni del «sabotaggio europeo» di cui scrive il Fatto vanno cercate nel fatto (con la minuscola) che l’Ue e gli altri paesi europei non accettano i vincoli alla sovranità ucraina sul proprio territorio, il divieto definitivo alla sua adesione all’Alleanza Atlantica, la riduzione dell’esercito nella misura fissata dalla Russia, la vaghezza della formula relativa alle garanzie di sicurezza. Pensano, gli “euro-nani” bellicisti, che si creerebbe il precedente inaccettabile di un paese aggressore che (facendo valere la regola della minaccia prima ancora di quella della forza che non ha saputo esprimere sul campo) sottrae a uno stato il bene principale che può possedere: la speranza di vivere nella democrazia e nella dignità che solo una libertà non condizionata può garantire.