È stato il consociativismo a legare le mani dell'Italia

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Il consociativismo è stato la costante della politica italiana dal dopoguerra a oggi. L'apice avvenne con l'accordo tra Aldo Moro ed Enrico Berlinguer per il compromesso storico, che non si realizzò a causa del rapimento del leader Dc

 di Carlo Valentini  Italia Oggi, 21.4.2015

Il consociativismo è stato la costante della politica italiana dal dopoguerra a oggi. L'apice avvenne con l'accordo tra Aldo Moro ed Enrico Berlinguer per il compromesso storico, che non si realizzò a causa del rapimento del leader Dc. Ma neppure Bettino Craxi e Silvio Berlusconi interruppero la prassi di concordare i provvedimenti principali, concedendo in non pochi casi la potestà di modifica o di veto alle opposizioni e/o ai sindacati. Se molte riforme sono rimaste nel cassetto e altre sono state licenziate dal parlamento dopo avere perso ogni auspicabile effetto dirompente la causa sta proprio nel consociativismo, cioè nel fatto che la platea di coloro che potevano bloccare o modificare una legge era assai vasta e ogni corporazione aveva i suoi referenti che intervenivano per salvaguardare lo status quo. La vicenda Italicum potrebbe rivelarsi lo spartiacque tra la fine del consociativismo e l'inizio del decisionismo. Col patto del Nazareno Matteo Renzi sembrava volere seguire le orme dei suoi predecessori, giustificando il cheek to cheek con Berlusconi col fatto che si trattava di leggi istituzionali. Ma il tavolo è saltato e così è cambiata la strategia. Per l'elezione del capo dello stato, Renzi ha fatto un nome: prendere o lasciare. Quindi nessun inciucio con l'opposizione. Un copione che si sta ripetendo con l'Italicum, blindato da Renzi sia rispetto all'opposizione che ai dissidenti pidiessini. All'ultima riunione dei gruppi parlamentari Pd il segretario è stato chiaro: la maggioranza del partito ha votato, perciò si procede senza mediazioni. E a Forza Italia, Lega e Ncd ha annunciato che il tempo per discutere è scaduto.

Un politico che decide, accettando rischi e prove di forza, è una novità per il nostro Paese e anche per questo spariglia le carte, con la vecchia guardia Pd incredula e frastornata perché non abituata al decisionismo ma pure l'opposizione spiazzata, tanto che Berlusconi non sa che pesci pigliare. Siamo alla fine di quell'interminabile gara di ping-pong tra i partiti che, se nel dopoguerra ha contribuito a mantenere coeso il Paese, oggi lo condannerebbe al declino. È stato l'immobilismo consociativo più che il debito pubblico a rendere la crisi italiana la più grave e lunga dell'Europa.