Silvio Berlusconi vuole fare il Partito Repubblicano e dal 1 giugno Forza Italia chiude

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La data del 31 maggio, giorno del voto, si avvicina inesorabile e con lei aumenta incontrollata l'ansia mista a panico tra i parlamentari di Forza Italia.

Quella che circola da un po' di tempo come una voce su cosa farà Silvio Berlusconi del suo partito dopo le elezioni Regionali, oggi si sta trasformando in solida certezza: si chiude. L'allarme è scattato mercoledì 29 aprile, quando a Palazzo Grazioli si è riunito l'ufficio di Presidenza guidato dalla tesoriera azzurra Mariarosaria Rossi. Sul tavolo c'era la definizione delle liste nelle sette regioni chiamate al voto, ma l'assenza del Cavaliere ha dato a più di uno il messaggio chiaro che la Rossi fosse lì come liquidatore più che coordinatore.

Il futuro - Berlusconi tra aprile e maggio ha intenzione di chiudere le trattative su Mediaset e Milan. Due dei pilastri dell'impero berlusconiano potrebbero passare di mano, mantenendo in parte la gestione nelle mani di famiglia, lasciando così il Cavaliere libero di lanciare un nuovo progetto politico, magari che lo impegni meno sul territorio e più sui massimi sistemi. Ai capannelli dei parlamentari azzurri in agitazione, Repubblica racconta che sia stato Ignazio La Russa ad avvicinarsi e chiarire con un'analisi confermata dall'evoluzione dei fatti: "Silvio vuole lavorare per unire il centrodestra, federarlo, al più fare il padre nobile, una sorta di leader esterno".

La novità - Una cosa è certa e la dice senza giri di parole Daniela Santanché: "Dal primo giugno Forza Italia non ci sarà più". Cosa accadrà dopo è tutto nella testa di Berlusconi e qualcosa sembra trapelare, ancora un po' vaga nel merito, ma limpida nella direzione. L'ispirazione potrebbe arrivare dagli Stati Uniti, da cui si sarebbero - a modo loro - già ispirati gli ex comunisti e democristiani di sinistra con il Pd - e cioè creare una Partito Repubblicano in Italia. Che poi si possa chiamare così o in un altro modo è tutto da scoprire, ma non si dovrà attendere troppo secondo Augusto Minzolini che anticipa come Berlusconi sia: "imprevedibile, ma se avesse voluto mollare, non avrebbe rotto con Renzi sull'Italicum. Quando la legge elettorale tornerà al Senato per la verifica, lì si capiranno le reali reazioni"

Libero 2.5.2015