FERENDISSIMUM Respingiamo il tentativo di delegittimare o di far credere impossibile

Categoria: Italia

quanto la Costituzione dispone all’articolo 75. Abroghiamo popolarmente non solo l’Italicum, ma investiamo coi referendum le materie sociali e di giustizia.

Avanti Savoia, si diceva

Queste iniziative saranno il motore di un partito nuovo, quello repubblicano. Prima di dir di no, cari alleati di centrodestra, guardategli dentro, c’è spazio decisivo per tutti. Il sospetto è che “chi disprezza compra”. Vi aspettiamo. Intanto esplode il toninismo, malattia terminale del renzismo opportunista. Non passerà l'inciucio a che si abbatte come un ordine senza parola d’ordine renzianapossibilità di obiezioni sui mass media è: il referendum sulla legge elettorale è impossibile. Tecnicamente, politicamente, eternamente, guai a pensare e concepire qualcosa che percorra la strada prevista dall’della Costituzione. articolo 75

Da Il Mattinale – 06/05/2015

Sembra che ad essere incostituzionale invece dell’Italicum sia la Costituzione medesima che avrebbe la colpa di prevedere la possibilità di abrogare in modo “totale o parziale” (comma 1, art. 75) le leggi, persino quelle elettorali. Ed è evidente che se una legge fosse predisposta in modo tale da non essere abrogabile in nome di un ipse dixit, sarebbe incostituzionale chi lo pretende e non chi si organizza per trovare la strada della democrazia diretta per cambiarla o addirittura cancellarla, ovviamente senza determinare un vuoto legislativo.

Comunque, quale che sia la necessaria applicazione tecnica di una scelta politica, è davvero stupefacente come sia respinta a prescindere come impossibile una per un partito come Forza Italia. strategia referendaria

Ovvio: se fossimo al governo non ci faremmo uno-due-cinque-dieci referendum abrogativi. Ma siccome non ci siamo, e la maggioranza appare sorda a ogni proposta emendativa di suoi decreti leggi o riforme di qualsiasi genere, la strada limpida per affermare valori che riteniamo urgenti e imprescindibili da affermare sia quella della democrazia diretta. A 360 gradi. Dunque non solo in materia elettorale, ma su temi che toccano direttamente la vita delle persone: in materia sociale e sindacale, per la giustizia giusta, le liberalizzazioni, lo smantellamento di apparati burocratici soffocanti.

Questi contenuti e la loro affermazione. La costituzione di comitati di dei medesimi, la loro comunicazione e raccolta di studio e di promozione firme avrebbe come effetto niente affatto collaterale di trasformare questa esperienza referendaria nel motore del nascente Partito repubblicano.

Arrivano i no in successione di Salvini, Alfano e Meloni. Mica chiediamo loro di entrarci ora e a scatola chiusa. È un processo che innanzitutto riguarda Forza Italia e che di certo è aperto ad alleanze alla composizione di una lista-partito unico. Questo rifiuto era scontato, e persino banale da prevedere alla lettera. Valga la saggezza popolare che ci fa dire: “chi disprezza compra”. Oppure: “Vogliono vendere caro il loro latte”. Vedremo…

Noi comunque siamo per l’unità più salda possibile. Non necessariamente in vista dell’Italicum. Ma perché l’unità è comunque un valore da costruire nel rispetto delle diverse sensibilità.

Del resto, noi osiamo ancora credere che alla fine non sarà mai adottata nella pratica , questa cattiva legge cucita su l’Italicum-Florentinummisura per il Partito democratico.

L’Italicum infatti ha un senso e una reale applicabilità solo nel caso passi la riforma costituzionale del Senato ora in corso d’opera, la quale confina il suffragio universale alla sola Camera dei deputati. Ma se non dovesse essere sin dal prossimo mese bloccata a Palazzo Madama o grazie a un bel no popolare nel referendum confermativo, ci si ritroverebbe con il Che non è il nostro libro dei sogni, ma almeno allontana Consultellum.l’incubo del monopartitismo parafascista.

Alla fine, comunque, in vista di un sistema presidenziale fatto di pesi e contrappesi, la visione americana di due grandi, leggere e composite forze resta da preparare con lungimiranza.

Italicum o non Italicum. Meglio non Italicum. Ma comunque meglio uniti.

Si registra nel frattempo un , caso tardivo di malattia finale del renzismoche è il toninismo. Il senatore , trentino e già dirigente Giorgio Toninidella Fuci, sentendo sfarinarsi la vittoria di Pirro al prossimo passaggio della Riforma costituzionale al Senato, propone un vergognoso inguacchio con il gruppo di Forza Italia al Senato, puntando a spaccarla e ad attirarla nella palude renziana.

Presidente del gruppo a Palazzo Madama, ha già risposto Paolo Romanida par suo. Semplicemente rileviamo che la proposta toniniana riferita da Qn altro non è che il “lodo Brunetta con il particolare che invece di volerne discutere con l’autore che è ancora vivente, e non è affatto sconfitto, preferisce scegliersi interlocutori che prefigura chissà perché piuttosto mollicci. Ha sbagliato indirizzo.

farebbe bene a vaccinarsi dal toninismo, che lo lascerebbe Renziancora più solo di adesso. Ma anche senza comando.