Berlusconi alla conquista dei fuggitivi dalle urne
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La speranza è (anche con Della Valle?) di attingere dai 13 milioni di elettori che alle politiche non votarono o votarono bianca o nulla (alle europee, fuggirono oltre 20 milioni).
di Marco Bertoncini Italia Oggi, 4.7.2015
Da Silvio Berlusconi ci si attende di tutto: quindi, non desta universale stupore l'elogio da lui inaspettatamente speso in favore del (poco amato) Diego Della Valle, gratificato come «numero uno» fra chi «viene dalla vita vera e non fa la politica di mestiere». Nulla di nuovo nel disprezzo del Cav verso i politici; tutto nuovo l'encomio verso il collega imprenditore, un tempo poco amabilmente apostrofato con la battuta: «Prego il signor Della Valle, se si rivolge al presidente del Consiglio, di dargli del lei». Anche con l'arcinemico Carlo De Benedetti il Cav avviò un progetto comune, sommerso dalle violente reazioni dei republicones.
Il Cav da anni ricerca il successore. È una ricerca in larga misura insincera: in cuor suo è convinto sia della propria immortalità, sia della propria insostituibilità. È una ricerca in minor misura sincera, ma tormentata da ripetuti fallimenti, buchi, insoddisfazioni, impossibilità (nomi a caso: Alfano, Marina B., Samorì, Bertolaso, Scelli, Gianni Letta...). La volontà di Della Valle di costituire non ancora un partito (così dichiara l'interessato), bensì una sorta di pensatoio, può aver indotto Berlusconi a guardare al fondatore del progetto «Noi Italiani» come a un interlocutore credibile, preferendolo, per esempio, a Corrado Passera, per il quale non ha speso simili elogi.
D'altro canto, lo strisciante scandalo delle olgettine preoccupa il Cav: in ogni modo, non può più agire lui come candidato al vertice. Su un fatto ha senza dubbio ragione: quando rileva che un italiano su due fugge le urne.
La speranza è (anche con Della Valle?) di attingere dai 13 milioni di elettori che alle politiche non votarono o votarono bianca o nulla (alle europee, fuggirono oltre 20 milioni).
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