Punto nave mediterraneo: il vertice Ue sui migranti e il gas di Eni

In Italia istituzioni ancora in ferie (si riparte l'8 settembre). Dove si decide è a Bruxelles e Francoforte. La compagnia energetica italiana intanto scopre il giacimento più grande del Mare Nostrum

di Mario Sechi | 31 Agosto 2015 ore 09:41

Santi Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, che raccolsero il corpo di Gesù sotto la croce, lo avvolsero nella sindone e lo deposero nel sepolcro.

Titoli. Frontiere. Vertici straordinari. Immigrati. Fuga. Morte. Il caos della contemporaneità è in pagina. E i toni, le parole d’ordine, i pensosi commenti, sono lo specchio della crisi. Primo caffè, Corriere della Sera: “Vertice d’emergenza sui migranti”. Ancora un vertice? “Schengen non si tocca”, avverte Alfano, se lo dice lui, è segno che cambierà qualcosa. Altro? Un Galli della Loggia vien dal mare sulle minacce globali, il classico compitino for Dummies dispensato dagli accigliati di via Solferino. Andiamo avanti, Repubblica, sede del Progresso: “Schiaffo di Londra. “Stop agli immigrati anche della Ue”. Ah, what a surprise, comrades. A Rep. hanno scoperto che nel Regno Unito si è acceso il semaforo rosso alla frontiera. Quelle cose il ministro May le dice da molto tempo. E infatti tra i Brit la faccenda non fa più notizia. Le frasi della May oggi non le troverete in prima pagina in nessuna delle cinque edizioni del Financial Times, non sul Guardian, non sul Times, non sul Telegraph, non sul Daily Express, non sul Daily Mirror, non sul Daily Mail, non sul Daily Star, non sul Sun. C’è un titoletto, un francobollo, sull’Independent. Mi fermo, ci siamo capiti: non è con i binocoli del cortiletto italiano che andremo avanti, il caso inglese va letto bene, spiegato. In un anno il numero dei rumeni nel Regno Unito è triplicato (erano 47 mila nel 2013, sono 152 mila oggi), a Londra la seconda più grande comunità di nuovi arrivi è fatta di italiani (sono oltre 57 mila), l’isola d’Inghilterra è terra promessa, lavoro, regole. Oddìo, signora mia, ma sono inglesi! Certo, in fondo, restano sempre quelli che il 22 ottobre del 1957 impaginavano sul Times questo titolo: “Heavy Fog in Channel – Continent Cut Off.”  Andiamo avanti, restiamo all’estero, c’è da compulsare il giornale più venduto a Washington, la Stampa (di Torino). Apertura sulla scoperta del più grande giacimento di gas del Mediterraneo. Marchio Eni. Anche qui, a centro pagina: “Londra prepara la stretta”. Sul Giornale la faccenda assume toni surreali: “Frontiere chiuse anche per noi”. Che succede a Roma? Le solite cose, portafoglio, bottega e ministero. Apertura su una fondamentale intervista al ministro Orlando: “Intercettazioni, sì entro l’anno”. Vabbè, attendiamo pure questo annuncio. Cose autorevoli? Perbacco, l’intervento ultrapop di Gigi Proietti su Roma: “Romani, torniamo a quell’orgoglio scolpito in SPQR”. Buoni propositi per l’autunno? La lista dell’agenda la compila il Sole 24Ore: “Lavoro, consumi, tasse nell’agenda del rientro”. Allacciate le cinture. Buona giornata.

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