Livorno, ovvero la mutazione impossibile dei grillini come forza di governo

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Con incedere bertinottiano, i grillini pensano che sia sempre meglio stare all’opposizione, anche di se stessi, anziché maneggiare il potere. Il caso Nogarin e la sindrome del Club Bilderberg

di Redazione | 02 Ottobre 2015 ore 13:30 Fogli

Hai voglia a dire “quant’è serio Di Maio”, hai voglia a dire che è arrivata l’ora della pars costruens in sostituzione della pars destruens e che finalmente la democrazia diretta è pronta per governare il Palazzo. Mercoledì scorso, a Livorno, il gruppo consiliare del M5s ha votato contro il suo sindaco, Filippo Nogarin, e ha bocciato il bilancio consolidato 2014, mancante dei dati della partecipata dei rifiuti Aamps, sommersa dai debiti accumulati in gestioni precedenti. E non è la prima volta; già in altre occasioni c’erano state frizioni (eufemismo) fra sindaco e i suoi consiglieri, come quando fu messo a capo dell’Aamps un trombato alle elezioni europee, roba inaccettabile per lo Statuto del MoVimento.

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 I grillini al comune di Livorno votano contro se stessi Il Pd ora vuole le dimissioni ma stavolta la richiesta di un passo indietro arriva anche dagli (ex) alleati di Buongiorno Livorno, la sinistra dei duri e puri che, pur di mandare a casa il Pd, l’anno scorso al ballottaggio aveva sostenuto il M5S. “Nogarin è nella posizione di governare questa città? Ne ha la forza? A poco più di anno dalla sua elezione a sindaco, Nogarin pare non poter contare su una maggioranza affidabile nell'assemblea elettiva della città, deve vedersela con una Giunta poco coesa e molto litigiosa e ha pessimi rapporti con i vertici delle società partecipate, vertici che pure ha lui stesso nominato”.

Il partito di Beppe Grillo ha provato anche a spiegare le motivazioni della bocciatura del bilancio, ma ne è venuto fuori un “sono pienamente d’accordo a metà con il mister” alla Luigi Garzya: “Votando contro la sua accettazione, nonostante condividessimo tutto il documento, abbiamo voluto semplicemente evidenziare come il bilancio consolidato sperimentale fosse mancante di una partecipata importante come quella di Aamps”. Il sindaco, parlando con il Corriere della Sera, ha addirittura elogiato i consiglieri, che hanno votato “in modo trasparente, senza i sotterfugi della vecchia politica” e “magari hanno anche ragione”.

Anche lui, insomma, è pienamente d’accordo a metà. Laddove si dimostra che il M5s quando arriva nei posti strategici e governa (Livorno, a parte Parma, amministrata dall’eretico Pizzarotti, è il vero banco di prova a Cinque Stelle, con i risultati modesti che abbiamo già raccontato sul Foglio) non riesce a liberarsi della sua anima scravattata. Con incedere bertinottiano, i grillini pensano che sia sempre meglio stare all’opposizione, anche di se stessi, anziché maneggiare il potere, dove si celano gli arcana imperii, i microchip sottopelle, il Club Bilderberg e il Nuovo Ordine Mondiale.

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