Italia con 8 regioni in meno, la proposta del senatore del Pd Raffaele Ranucci più grandi di quelle attuali e meno dispendiose.

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È questa la proposta presentata al Senato, l'8 ottobre, dal senatore Raffaele Ranucci  

Libero, 10.10.2010

imprenditore romano e da due legislature parlamentare del Partito Democratico. Ranucci ha un sogno: ridisegnare la cartina d'Italia cancellando dalla mappa ben 8 regioni della nostra Penisola. Nel suo progetto sparirebbero le autonomie della Valle d'Aosta, di Trento e Bolzano e quella del Friuli Venezia Giulia. E poi ci sarebbero gli accorpamenti: la Liguria diventerebbe parte del Piemonte, l' Umbria della Toscana, l' Abruzzo delle Marche. Inoltre, alcune province come quelle di Gaeta e Cassino tornerebbero campane e, proprio la Campania, si allargherebbe fino a Fiuggi assorbendo le province di Frosinone e Latina.

Nuovi nomi - Le novità riguardano anche Roma. Nel progetto la capitale rimarrebbe da sola, diventando una specie di distretto, su modello degli Stati Uniti d' America. Così come anche Puglia e Calabria dovrebbero cambiare le loro identità e i loro nomi. La prima diventerebbe Levante, la seconda Ponente. E la Campania, invece, risponderebbe al nome di un'anonima Tirrenica.

Reazioni politiche - I "no" che arrivano dal mondo politico riguardo all'iniziativa sono già tanti, ma il governo ha accolto l'ordine del giorno impegnandosi a scrivere una riforma sulla questione. Questa la motivazione: "Sono venute crescendo, soprattutto al livello delle istituzioni regionali, forme di dispersione della pubblica amministrazione con sprechi di denaro pubblico e con forme di inquinamento non controllabili con gli attuali strumenti e sottratte alla stessa autorità regolativa dello Stato centrale".

Al risparmio - L'idea di Ranucci punta proprio al risparmio perché le regioni piccole hanno spese molto maggiori rispetto a quelle più grandi. Un esempio: la sanità in Molise e Valle d'Aosta costa 2 mila euro a persona. In Lombardia, e nelle altre regioni che superano i 5 milioni di abitanti, invece, la spesa pro capite non supera i 1.600 euro. Resta però il fatto che le identità regionali in Italia sono parte del patrimonio culturale del Paese e non possono essere calpestate solo in favore del risparmio. Per questo, nel progetto, è stato pensato di dare la possibilità agli abitanti delle regioni che spariranno di scegliere con quali altre accorparsi. Il Molise, per esempio,  potrà scegliere se far parte dell' Abruzzo, come era fino al 1963, o della Puglia. Ma è ancora tutto da vedere.

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