Costa: “La criminalità cambia. Il governo rivedrà la legittima difesa”

Categoria: Italia

Il viceministro: a volte sparare è legittimo. Riflessione. Enrico Costa, Ncd, avverte: i tempi cambiano, leleggi si devono adeguare

Newsletter 21/10/2015 FRANCESCO GRIGNETTI ROMA, La Stampa

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All’interno del governo, qualcuno stava già esaminando il problema dei furti in casa che troppo spesso si trasformano in rapine, e su come reagiscono i cittadini. Sul tavolo del viceministro alla Giustizia, Enrico Costa, Ncd, non per caso c’è un dossier di documentazione sulla legittima difesa. «Premesso che non ci sarebbe nulla di più sbagliato di legiferare sull’onda dell’emozione, però io dico anche: riflettiamo». 

Riflessione in quale senso, viceministro Costa? 

«Nel senso che i tempi cambiano e le leggi si devono adeguare. C’è stata una mutazione della criminalità. Mi lasci dire che non ci sono più i topi d’appartamento di una volta. Il classico ladruncolo si preoccupava che non ci fosse nessuno in casa quando provava a entrare. Oggi, al contrario, ci sono bande che si muovono di notte ben sapendo che i proprietari saranno dentro. Spesso si portano dietro persino le corde per neutralizzare le persone che incontreranno. Ecco perché le imputazioni cambiano, e spesso da furto con effrazione, che resta un reato odioso, si passa a rapina. Ora, pur beccandomi una polemica con l’associazione nazionale magistrati, che mi accusa di incoerenza, io ho sostenuto l’aumento delle pene minime per i furti in casa e le rapine. Togliendo anche le attenuanti, potremo garantire una maggiore certezza della pena».

Una proposta, non una legge. 

«E’ stata votata alla Camera, nell’ambito del ddl di riforma del processo penale. Ora è all’esame del Senato. Ci auguriamo che presto diventi legge». 

Il pensionato che in Lombardia tre sere fa ha sparato a un ladro intanto rischia un processo pesante per omicidio volontario. La Lega e Fratelli d’Italia cavalcano il caso. Lei che ne pensa? 

«Le rispondo leggendo un documento che ho trovato qui al ministero della Giustizia. Il tema non è stato scoperto mica oggi; vi sono state commissione di studio che hanno approfondito la questione e proponevano una scriminante sull’uso delle armi “per chi è costretto a difendere l’inviolabilità del domicilio contro una intromissione ingiusta, clandestina o violenta, tale da destare ragionevole timore per l’incolumità o la libertà” delle persone presenti nel domicilio».

Una scriminante: in gergo giuridico significa che non si farebbe il processo. Molto di più di una attenuante, o no? 

«Esatto. Resterebbe il fatto, ma da non considerare un reato. Una scriminante è la legittima difesa, per fare un esempio». 

E lei, Costa, pensa che sia giusto esentare da qualsiasi responsabilità chi spara e ferisce, magari uccide il ladro che trova in casa?  

«Io penso che in Parlamento sia giusto rifletterci. Se la criminalità cambia, il legislatore ha il dovere di cambiare le pene, ma senza venire meno ai principi. Dev’essere chiaro che non c’è il diritto alla vendetta. Per essere espliciti, se uno insegue il ladro in strada e gli spara, non potrà mai essere considerata una legittima difesa. Se si spara in casa perché si teme per la propria incolumità o libertà, ci si può pensare. Ahimè non è più il tempo in cui bastava accendere la luce per far scappare il ladro». 

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COMMENTO 

Tonto. Finalmente. Non si sapeva niente. Così oggi si mette al sicuro chi viene a rubare. Domani speriamo che la legge sia a favore di chi viene derubato.