Pd e centrodestra debbono litigare per ridurre così lo spazio a M5s

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Matteo Renzi si dice contento del fatto che non sia riuscita la «spallata» del centrodestra e dell'estrema sinistra contro il suo governo

 di Sergio Soave Italia Oggin 11.11.2015

Matteo Renzi si dice contento del fatto che non sia riuscita la «spallata» del centrodestra e dell'estrema sinistra contro il suo governo, ma in realtà nessuno intendeva e neppure desiderava una crisi ministeriale. Tutti aspettano le elezioni amministrative della primavera per poi prepararsi alle elezioni del 2018, visto che l'unica alternativa già pronta è quella del Movimento 5 stelle. Forse vale la pena osservare come il tripolarismo italiano assomigli per molti aspetti a quello che si sta consolidando in Francia, dove ai tre blocchi elettorali principali, il Front national, i gaullisti e i socialisti, si aggiunge una galassia di estrema sinistra sostanzialmente ininfluente. Nelle elezioni presidenziali del 2017, secondo i sondaggi l'estrema destra antieuropea vincerà se si confronterà al secondo turno col presidente uscente socialista, François Hollande, potrebbe invece perdere se dovesse confrontarsi con un esponente gaullista. Queste previsioni assomigliano almeno in parte a quelle che, in Italia, attribuiscono a Renzi la vittoria in caso di ballottaggio con una formazione di centrodestra e la sconfitta in caso di confronto con il movimento grillino.

Naturalmente i sondaggi a tanta distanza dal voto reale non hanno attendibilità, ma esprimono tendenze delle quali i soggetti politici tengono conto. Il Pd e il centrodestra, che sia a guida leghista o no poco importa, hanno comunque l'interesse comune a ottenere i primi due posti nelle lezioni escludendo così dal secondo turno i grillini. D'altra parte competono per la conquista dell'elettorato che una volta si chiamava di centro, che è quello più incerto e più propenso all'astensione. Questa situazione potrebbe indurre i due soggetti politici tradizionali ad accentuare la dialettica tra loro, naturalmente anche in forma assai polemica, ma accompagnandola da una più approfondita competizione sul merito delle varie questioni aperte, il che in sostanza costituisce una forma di legittimazione reciproca.

Una tattica di questo genere servirebbe a Renzi per ridurre, in caso di secondo turno con i grillini, la quota di elettori del centrodestra che gli voterebbro contro, per il centrodestra una maggiore possibilità di raggiungere il secondo turno. Paradossalmente si ripresenta in forme del tutto diverse quel patto del Nazareno che è parzialmente fallito nel suo intento originale di definire una riforma costituzionale condivisa, ma che ora, per la necessità di evitare un successo dei 5 stelle, ripropone il tema della reciproca legittimazione tra il Pd renziano, che c'è, e un centrodestra competitivo che per ora è solo un progetto, per giunta piuttosto fumoso.

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