Accuse e veleni: da Livorno a Parma .Le grane del M5S in versione governo

Categoria: Italia

A Livorno, Nogarin contestato per i guai nella gestione dei rifiuti. Mentre Pizzarotti fronteggia gli affondi dello stesso Beppe Grillo. Ma non sono gli unici amministratori «grillini» in difficoltà

di Renato Benedetto e Marco Gasperetti Corriere della Sera 1.12.2015

Gli insulti e le accuse volano: «Cinque Stelle inadeguati», attacca il Pd; «Colpa della vecchia giunta, la vostra», è la replica. L’immondizia resta invece a terra, in strada: a Livorno i netturbini continuano, da sabato, a incrociare le braccia, i cassonetti si colmano e i sacchi si accumulano. Un ordine di servizio, ieri, li richiamava al lavoro. Ma loro, oltre trecento, sono invece andati a protestare in Comune, dove il consiglio era chiamato a votare, in una seduta di oltre 12 ore, sulla linea del sindaco cinquestelle Filippo Nogarin sull’Aamps, la municipalizzata che gestisce la raccolta rifiuti. I lavoratori hanno contestato Nogarin (che pure ha assicurato: «Nessuno perderà il posto») con qualche momento di tensione in aula.

C’è tensione pure nella stessa maggioranza per la decisione di non ricapitalizzare la municipalizzata dei rifiuti, su cui grava un debito di 42 milioni accumulato dalle passate giunte a guida Pd. Nogarin ha proposto il concordato preventivo (procedura che porterebbe i libri contabili in tribunale), sollevando, oltre alle proteste dei lavoratori, anche quelle del suo assessore all’Ambiente Giovanni Gordiani, che ha minacciato dimissioni, e il no di tre consiglieri grillini. Tanto che ieri sera il consiglio ha deciso per un rinvio: una settimana ancora per decidere.

Ma non è Livorno l’unica grana per il Movimento «di governo»: amministrando le città anche i 5 Stelle si sono trovati a fare i conti con i problemi che la gestione di un municipio comporta, tra vincoli di bilancio, polemiche e veleni. Ordinaria amministrazione.

Ne sa qualcosa Federico Pizzarotti, primo cittadino di Parma. Che ha dovuto fronteggiare gli affondi dello stesso Beppe Grillo: «Capitan Pizza», è stato bollato sul blog. Al centro della polemica l’inceneritore. Già punto forte della campagna elettorale del 2012, con Pizzarotti e Grillo che avevano promesso di bloccarlo. E acceso, invece, neanche un anno dopo. L’iter era troppo avanti per mettersi di traverso: il costo sarebbe stato insostenibile per un Comune dove Pizzarotti ha trovato un debito, pregresso, di 840 milioni. Buco che in parte spiega un’altra accusa rivolta al sindaco: il taglio ai servizi sociali, in particolare alle voci scuola e disabili. Pizzarotti, dal canto suo, sbandiera un piano di rientro del debito e il record (70%) di raccolta differenziata, sempre in tema rifiuti. Ma con i vertici del Movimento la relazione resta complicata.

Non è l’unico caso che mostra spaccature tra i 5 Stelle. Assemini, provincia di Cagliari, 27 mila abitanti, dal 2013 è amministrata da Mario Puddu. Qui la scorsa estate tre consiglieri sono stati espulsi dal Movimento dopo aver accusato il primo cittadino di aver arruolato «uno staff occulto (tre consulenti, ndr ) in conflitto di interessi». E il sindaco si trova ora una maggioranza risicata.

A Quarto (Napoli) la polemica è nata dalle accuse contro il sindaco Rosa Capuozzo, eletta a giugno. Un dossier, consegnato a consiglieri e carabinieri, parla di un abuso edilizio: il sindaco vivrebbe in un attico per cui è stato chiesto un condono, mai ottenuto. Lei ha replicato: incartamento costruito ad hoc, solo calunnie.

Si è invece dimessa, a Ragusa, Stefania Campo, assessore della giunta di Federico Piccitto. Il caso riguarda l’assunzione del marito in una società, in convenzione con il Comune, che si occupa della lettura dei contatori idrici. «L’ha favorito», ha attaccato l’opposizione. Lei si è difesa: era prevista la riassunzione per chi già lavorava per la lettura dei contatori.

L’ultima grana, appunto, è quella di Livorno, dove il caos rifiuti ha alimentato una polemica politica con eco nazionale. Il concordato preventivo per Aams è una scelta «difficile ma necessaria» per Nogarin, che non vuole tagliare i servizi per porre rimedio al buco di 42 milioni. Debiti «creati dal Pd», accusa il M5S, in parte (26 milioni) per tributi sui rifiuti non riscossi. Il Pd contrattacca: «Chi si candida a governare deve farsi carico dei problemi della città», per Silvia Velo, sottosegretario all’Ambiente. «M5S e Pd sono corresponsabili», accusa Deborah Bergamini (FI). Il M5S difende compatto Nogarin: «Il patto del Nazareno è vivo e lotta contro di noi», è l’intervento di Luigi Di Maio, dopo l’attacco al Pd sul blog di Grillo: ha paura dei libri in tribunale .

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