Per potersi rafforzare Renzi guarda a sinistra

Categoria: Italia

Renzi ha capito (considerando i risultati, sia veri delle urne sia virtuali dei sondaggi) che quel che perde a sinistra non è detto lo recuperi a destra.

 di Marco Bertoncini Italia Oggi 29.12.2015

Nel commento del Giornale trapela soddisfazione: Matteo Renzi è «costretto a congelare l'ambizioso progetto del Partito della nazione». Di fatto, siamo di fronte a una fra le costanti oscillazioni nella politica del segretario del Pd, il quale deve sempre frenare ogni qual volta gli appaia pericolosamente eccessivo l'indirizzarsi verso il centro.

Renzi ha capito (considerando i risultati, sia veri delle urne sia virtuali dei sondaggi) che quel che perde a sinistra non è detto lo recuperi a destra. Anzi, nemmeno si troverebbe in condizioni di parità, perché fra gli elettori di centro-destra nei suoi riguardi la diffidenza è ben più difficile da superare di quanto non gli possa, invece, risultare facile perdere suffragi a sinistra. Ne derivano frequenti correzioni di marcia che egli impone a sé, alla propria propaganda, al governo e al partito.

I due grandi, prossimi impegni riguardano il referendum costituzionale e le amministrative. Per il primo adesso non deve agire: gli basterà, nei prossimi mesi, battere la grancassa quando le Camere daranno gli ultimi voti. Per le amministrative, invece, deve organizzarsi, partendo dalle primarie. Il suo timore è che qualche ballottaggio sposti sui grillini (o, meno probabilmente, sul centro-destra) una, due, perfino tre fra le maggiori città. Per attrezzarsi deve forzatamente procacciarsi un margine di tranquillità, anche se non di sicurezza. Glielo può fornire solamente la sinistra.

Si spiegano così le aperture verso le sinistre interne (facendo intravedere una diversa segreteria) e verso le sinistre esterne (per accordi amministrativi). In questo caso ha ragione il Giornale: è un segno della sua debolezza. Renzi, però, per rafforzarsi deve oggi guardare a sinistra.