Il prezzo di un biglietto aereo? Sette euro (su dieci) sono di tasse

Categoria: Italia

Dall’Iva al caro sicurezza, a gennaio scatta un ulteriore aumento di 2,5 euro. La protesta delle compagnie: una manovra recessiva. L’Italia ai vertici sul peso delle imposte

di Leonard Berberi - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Sette euro di tasse ogni dieci sborsati per un biglietto aereo italiano. Un pizzico d’imposta per gli imbarchi, un altro pezzo per i Comuni «del sedime aeroportuale o confinanti con lo stesso», un altro ancora per i cassintegrati delle compagnie. Poi c’è l’Iva. Quindi i «corrispettivi» per i vari passaggi di sicurezza: per i controlli del passeggero, per le verifiche sul bagaglio a mano e per il passaggio ai raggi X della valigia da stiva. Resterebbe la tariffa vera e propria. Una parte sempre più esigua sul totale. Mentre diversi Paesi pensano di eliminare le tasse aeroportuali, in Italia si procede in senso contrario. Dal 1° gennaio si pagherà di più. Con un effetto paradossale: se la Iata — l’organizzazione che riunisce la maggior parte delle compagnie aeree — prevede un calo del costo dei ticket in tutto il mondo (-61% dal 1995) il nostro rischia di diventare l’unica Nazione in cui la tariffa incrementerà. Grazie — o per colpa — dei 2,5 euro che andranno ad aggiungersi all’«Addizionale comunale sui diritti d’imbarco dei passeggeri sugli aerei» e che porteranno i viaggiatori a sborsare 9 euro (solo per questa voce) in partenza dagli aeroporti nazionali, ad eccezione dei due scali romani — Fiumicino e Ciampino — dove ne serviranno 10, per l’applicazione (dal 2010) di un’ulteriore «tassa commissariale», come specifica l’Enac, l’ente nazionale dell’aviazione civile.

L’addizionale aumentata nove volte

Introdotta nel 2004, l’addizionale interessa le località dove sono presenti degli aeroporti, anche se le amministrazioni locali ricevono soltanto una parte della somma. Undici anni fa ogni passeggero in partenza dall’Italia doveva pagare un euro. Diventati 2,5 nel biennio 2005-2007. Quindi incrementati a 4,5 nel 2008, a 6,5 euro nel 2012 e a 9 euro dal 1° gennaio 2016. Per un volo nazionale di andata e ritorno da dopodomani si pagheranno — soltanto di «tassa comunale» — 18 euro. Diciannove se la tratta interessa la Capitale. «Una spesa non indifferente per chi viaggia in low cost», interviene Frances Ouseley, direttore per l’Italia di easyJet, seconda compagnia aerea a basso costo a livello europeo che da giorni protesta non solo per l’incremento ma anche per la poca trasparenza sull’applicazione della novità normativa: «Ufficialmente abbiamo saputo della maggiorazione il 22 dicembre. Nel frattempo tante persone hanno già prenotato ma con la vecchia addizionale comunale». Addizionale, sottolinea Ouseley, suddivisa in maniera discutibile: «50 centesimi vanno ai servizi antincendio nella struttura, il resto va ad alimentare il fondo speciale del trasporto aereo per i cassintegrati di altri vettori».

Il 67,7% del ticket in tasse

Il nuovo aumento porterà più in alto l’Italia nella classifica del peso delle imposte: da noi ogni cento euro spesi nel ticket 68 «volano» in tasse. Lo dimostra anche una lunga serie di simulazioni che il Corriere della Sera ha effettuato attraverso il Sistema di distribuzione globale (Gds), la piattaforma che utilizzano le agenzie di viaggio. Per un volo Milano-Roma — andata e ritorno, al prezzo più conveniente e in classe «Economy» — il 67,7% del costo è riconducibile alle tasse. Poco meno di quanto chiedono le autorità tedesche per la tratta Berlino-Monaco di Baviera (73,7%) e quasi come gli spagnoli per Madrid-Barcellona (69%). Un miraggio la Turchia con il suo 1,4%. Lontani pure gli Stati Uniti, dove si oscilla tra il 23 e il 26%. «Le compagnie continuano ad abbassare le tariffe, ora tocca agli aeroporti e ai governi fare altrettanto», dice al Corriere Tony Tyler, amministratore delegato e direttore generale della Iata. Mentre Brian Pearce, che della Iata è capo economista, mostra un grafico: se negli anni la curva dei prezzi del ticket scende, quella che indica i costi aeroportuali-governativi aumenta. Il tutto mentre per il 2016 si annuncia il record dei passeggeri. «Motivo per cui i 2,5 euro aggiuntivi ci sembrano una manovra recessiva», ragiona il direttore per l’Italia di easyJet. La low cost britannica intanto — assieme a Iag (la holding di British Airways, Iberia e Vueling, ndr), Lufthansa, Air France-Klm e Ryanair — chiederà a Bruxelles una revisione delle addizionali dentro l’Ue.Il prezzo di un biglietto aereo?

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