Come Di Maio ti smonta la fuffa della democrazia diretta, o yeah

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Il Movimento 5 stelle ora riconosce che il popolo, la rete, in pratica la si consulta non quando è giusto ma quando è conveniente

di Claudio Cerasa | 13 Gennaio 2016 ore 18:11

Al direttore - Leggo sulla Stampa una intervista a mio modo di vedere molto significativa dell’onorevole Luigi Di Maio. Di Maio fa parte del direttorio del Movimento 5 stelle e dopo averci raccontato i danni che possono causare intercettazioni telefoniche decontestualizzate spiattellate sui giornali ora ci delizia con un’altra affermazione mica male. Domanda il giornalista della Stampa: “Perché non avete messo in votazionesul blog l’espulsione di Rosa Capuozzo?”. Risposta: “Cosa avremmo dovuto mettere in votazione? Se è giusto o sbagliato prendere i voti della camorra?”. Domanda ulteriore del cronista (Maesano): “Se è giusto o sbagliato espellere un sindaco non indagato, ad esempio”. Risposta, fantastica: “Certo, se avessimo avuto un sindaco coinvolto nelle indagini, allora sarebbe stata una decisione più semplice. Il nostro però è un punto di principio. E i principi non si discutono né si mettono in votazione”. Che dire? Come diceva ieri un vostro lettore: uno non vale uno, almeno non sempre, qualche volta vale un Quarto.

Luca Martini

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