Elezioni comunali. Il primo turno conterĂ  poco sul risultato

Categoria: Italia

 Il vero quesito non è chi vince la prima gara ma chi si porta a casa il premio finale

 di Carlo Valentini Italia oggi 22.3.2016

Si stanno moltiplicando i sondaggi (con l'appendice dei commenti), come a ogni vigilia elettorale che si rispetti. In realtà queste percentuali dicono assai poco. È scontato che nessuno dei candidati nelle grandi città vincerà al primo turno così come è assodato chi andrà al ballottaggio. Perciò poco importa che a Milano siano due o quattro i punti che oggi dividono Beppe Sala da Stefano Parisi o che a Roma il candidato pidiessino-radicale, Roberto Giachetti, abbia recuperato terreno e quasi appaiato la pentastellata Virginia Raggi. Il vero quesito non è chi vince la prima gara ma chi si porta a casa il premio finale. La pole position non incide sul rush conclusivo. Emblematico è quanto successe a Parma nel 2012, che tra l'altro dimostra come Matteo Salvini e Giorgia Meloni con le loro dichiarazioni («se non arriviamo al ballottaggio voteremo 5stelle») non hanno fatto altro che esplicitare una saldatura anti-Pd tra 5stelle e centrodestra che si è già (silenziosamente) verificata in alcune città.

A Parma il 5stelle Federico Pizzarotti ottenne (nel 2012) al primo turno il 19,4% dei voti. Andò al ballottaggio col candidato Pd, trionfatore col 39,2%. Il ritorno alle urne segnò il ribaltone: tutto il centrodestra si riversò su Pizzarotti che salì al 60,2% (!) mentre il suo antagonista semplicemente confermò i suoi consensi (39,7%). Lo stesso copione che si è verificato a Livorno nel 2014. Al primo turno il 5stelle Filippo Nogarin rastrellò solo il 19,1% mentre il candidato Pd ottenne il 39,2%. Poi la rivincita, con Nogarin che calamitò i voti del centrodestra e arrivò al 53% (!) e la coalizione di centrosinistra che guadagnò qualche scampolo ma si fermò al 46,9%. Scherzi della politica, o meglio il trionfo della realpolitik: quando il centrodestra non ha i voti per superare il centrosinistra, la vittoria avviene per procura.

Quindi il nodo sta nelle dinamiche che a giugno si svilupperanno dopo il primo turno: Giachetti riuscirà, nella prova d'appello, ad allargare il proprio bacino elettorale in modo da superare la somma dei voti 5stelle e del centrodestra? Una questione che si pone in altre città a cominciare da Torino, Bologna e Trieste. L'eccezione è Milano dove i 5stelle non daranno (ufficialmente) indicazioni di voto nel ballottaggio tra Sala e Parisi. Qui la contesa avverrà secondo schemi tradizionali.

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