Lettere al Direttore Foglio 30.3.2016

Categoria: Italia

Il Pd sulle trivelle compie lo stesso errore del referendum sull’acqua. Occhio. Allora ho messo assieme i pezzi del puzzle e ho trovato: dietro tutto questo c’è Giulietto Chiesa.Movimenti femministi

1-Al direttore - Direi che il dirottatore, questa volta, ha mostrato un problema di intelligence.

Giuseppe De Filippi

2-Al direttore - Mi sono convinto che Giulietto Chiesa ha ragione. Le cose non succedono certo a caso. Gli argomenti con cui denuncia i vasti complotti internazionali filano lisci, oliati, s’incastrano l’uno nell’altro alla perfezione. Ma io mi spingo più in là. Manca qualcosa alle sue conclusioni. Perché non è possibile che gli Usa, i petrolieri, i servizi segreti occidentali, le multinazionali abbiano fatto tutto da soli. Non hanno certo il know-how adatto. No, dietro i complotti, a gestirli e orchestrarli in un unico disegno, deve esserci un livello più alto, un grande vecchio che tira le fila: uno che sa connettere, oliare, tradurre le singole trame in una trama perfetta. Così mi sono detto. Allora ho messo assieme i pezzi del puzzle e ho trovato: dietro tutto questo c’è Giulietto Chiesa.

Matteo Marchesini

3-Al direttore - Se per un attimo ci scrollassimo di dosso tutto il sensazionalismo mediatico degli ultimi due anni e giudicassimo i fatti con il senno del poi, come un teatrino inscenato ad arte, potremmo anche pensare che il patto del Nazareno non sia mai venuto meno.

Maurizio Guerrini

4-Al direttore - Papa Francesco ha definito “insensati” gli atti suicidi degli shahid islamici. Insensato per un cristiano: il suo Dio gli ha insegnato ad amare il suo prossimo e a non fargli ciò che non vorrebbe fosse fatto a lui. Al musulmano che si suicida per uccidere gli infedeli Dio ha promesso il paradiso eterno: per un musulmano niente di più “sensato”. Se l’occidente vuole aprire un dialogo con l’islam non può prescindere dal credo dei suoi fedeli, dalla loro interpretazione delle parole di Dio.

Roberto Bellia

5-Al direttore - Il referendum del 17 aprile è contro le trivellazioni, ma come abitudine italiota serve per dirimere altre questioni: l’Italia si dimostra sempre più un paese di intellettuali alle vongole e referendari alle cozze.

Stefano Veronese

6-Il Pd sta commettendo lo stesso errore commesso anni fa con il referendum sull’acqua: non ha il coraggio di essere fino in fondo moderno e riformista per paura di una minoranza di conservatori alle vongole.

7-Al direttore - Un plauso sincero a Rita Panahi. Andando al sodo emerge come i movimenti femministi siano stati usati dalla cultura progressista in funzione anti sistema e come gli stessi si siano fatti paladini di un’etnia, quella musulmana che, non per cattiveria ma per convinta cultura, considera le femministe un corpo alieno, estraneo alla visione del ruolo della donna nella loro società. Non capire di essere usate per fini altrui è stata una miopia culturale che si spiega solo con la rabbia ideologica del movimento femminista verso gli uomini. Il “paternalismo” dei progressisti deve essere chiamato col suo vero nome: convenienza politica. Niente di ideale, di progresso civile, di società più giusta e aperta. L’intento, il disegno politico dei socialisti belgi era quello di assoldare mano d’opera anti occidentale, sfruttando l’entusiasmo beota, irrazionale, parolaio, del “multiculturalismo”. La generosità e la tolleranza e i provvedimenti a favore degli immigrati non erano moti ideali o percorsi umanitari e d’integrazione, erano solo il mezzo perché si sviluppasse e divenisse forte, anche elettoralmente, una comunità, una società islamica contrapposta a quella belga autoctona. Le culture, le tradizioni, i valori, i costumi nostri scaturiti da secoli di lotte e contrapposizioni, ma che avevano prodotto un sentire e un agire diffuso e condiviso, andavano annullati nella indistinta marmellata della multicultura etnica. Le seconde generazioni hanno dimostrato la malvagità intrinseca del progetto multiculturalista e dell’integrazione usati come strumento politico. Amen.

Moreno Lupi