Piano vaccini, oltre 30mila trevigiani oltre 80 anni e 90 esclusi. NON“Sono una priorità”

Categoria: Locali

Biscaro, Spi Cgil: "Con questa programmazione sembra che per la Regione certe categorie di persone siano sacrificabili”

19/02/2021 17:36 | Isabella Loschi |Oggi treviso

TREVISO - Vaccinazioni anti- Covid per gli over ottanta. Ma i novantenni quando saranno inseriti nel piano vaccinale? Nella Marca i residenti che hanno più di novant’anni sono 11.743: 2.896 uomini e 8.847 donne. Una corte sì minoritaria rispetto alla totalità della popolazione anziana, ma la quota più fragile e indifesa di fronte al pericolo che rappresenta il virus.

Per questo motivo il sindacato dei pensionati Spi Cgil Treviso chiede che il piano vaccinale della Regione del Veneto venga modificato. “La somministrazione del vaccino anti-Covid, secondo il piano in vigore, prevede di andare a ritroso partendo dagli ottantenni, classe 1941, con il rischio di arrivare troppo tardi a immunizzare questi grandi anziani”, sottolinea il segretario generale Vigilio Biscaro. “Questo ordine anagrafico va modificato: gli ultranovantenni non incorrono, infatti, in minori probabilità di contagio, ma in maggiori probabilità di situazioni gravi se non mortali, e devono essere trattati sanitariamente con pari dignità rispetto agli altri anziani”.

“Soggetti fragili, cittadini che hanno contribuito alla crescita del nostro territorio, persone che non sono avulse dal contesto sociale perché ancora attive, difatti non residenti in strutture di assistenza, ancora capaci di autonomia e non di meno di offrire sostegno alle loro famiglie nell’accudimento dei nipoti e in termini economici”. Per lo Spi Cgil “Il segnale che la Regione del Veneto lancia con questa programmazione è inquietante sembra che certe categorie di persone siano sacrificabili e così non può essere”.

Restano poi nel limbo gli anziani della fascia 85-89 anni, ovvero altri 18.874 trevigiani (6.690 uomini e 12.184 donne) per i quali non ci sono tempi certi per la vaccinazione. “Con grande senso di responsabilità i nostri anziani non vogliono sottrarsi al vaccino – aggiunge Vigilio Biscaro –, pronti però con lo stesso rigore civile a fare un passo indietro, pur correndo grandi rischi personali, se a causa della scarsità nella fornitura delle dosi venisse loro chiesto. Ma la posizione delle Istituzioni che stanno gestendo la programmazione deve essere chiara, con tempi i più definiti possibili, e non arbitraria né giustificata da banali interpretazioni della vita dei nostri grandi anziani, come quella che sono mediamente meno esposti al virus per le diverse abitudini di movimento e relazione”