1-Conegliano, dimissioni cariche PD arrivate a 3 ma restano nel partito: "L'affare l'ha fatto Chies"dice Benacchio ex candidato PD

Categoria: Locali

2-Benacchio -. Non c’era bisogno di fare appelli per il voto a Chies, buona parte della sinistra lo avrebbe votato comunque”.3-Considerazioni Osservatore PD gruppo storico

8.11.2021 w, Cadorin e Silvestrin Oggi Treviso lettura3’

Conegliano Partirei dal finale dell’articolo 2-qui sotto in OT : la sinistra avrebbe votato Chies lo stesso! Di questa situazione si è reso conto il nuovo PD e ha scelto la tattica del meno peggio: o continuare a non contare nelle decisioni o trovare un contatto una mano a chi ne aveva bisogno per salvarsi. Dimostrato coraggio e voglia di pedalare anche in salita, di crescere. Gruppo dirigente storico in isolamento politico per anni, che ha perso l'ultima occasione di porsi politicamente in gioco ad armi pari con gli altri: alla rottura del Centro Destra doveva proporre una Giunta "di pace nella Comunità manutenzione e rilancio" della Città risolvendo assieme i nodi più difficili. Se FI e Lega avessero risposto si bene se No aveva una carta atout in mano per presentarsi alle elezioni come elemento di Centro e. forse vincere al primo turno. Ma con il si e ma non si conclude un tubo. E il PD continuaa tormentarsi alla vecchia maniera invece di cogliere questo momento (pensare che sono lontano anni luce dal PD e sigle storiche!) walter Cadorin in Oggi Treviso

2-Conegliano, dimissioni a raffica nel Pd: "L'affare l'ha fatto Chies"

Il commento di Dino Benacchio, ex candidato della lista Noi Democratici

08/11/2021 08:35 | Roberto Silvestrin |in Oggi Treviso

- “La crisi del Pd a Conegliano era prevedibile”. Sono le parole di Dino Benacchio, ex candidato della lista Noi Democratici. In pochi giorni il Partito Democratico coneglianese, infatti, ha perso tre pezzi da novanta: Alessandro Bortoluzzi, Carlo Feltre e Laura Rossetto. I tre si sono dimessi a causa dell’appoggio fornito dal Pd a Fabio Chies durante il ballottaggio e a causa dei continui “contatti” avvenuti tra i dem e il sindaco durante la formazione della giunta.

“Solo con un vero accordo alla luce del sole, scritto nero su bianco, il centrosinistra sarebbe potuto entrare nella stanza dei bottoni, portando in dote a Chies la vittoria al ballottaggio e potendo giocare alla pari in giunta e in consiglio, assumendosi la responsabilità di controllare da vicino chi aveva detronizzato solo dieci mesi prima – continua Benacchio -. Sarebbe stato un accordo di alto profilo politico, che gli elettori di sinistra avrebbero capito e accettato”.

Le cose, però, sono andate diversamente. Secondo l’ex candidato, infatti, il Pd si è messo, “col pretesto del dialogo con una forza moderata per arginare una destra sovranista, in una condizione di debolezza e subordinazione. E’ stata un’alleanza poco comprensibile ai più. Se poi gli assessorati promessi si sono rivelati solo un’intenzione - per usare un eufemismo - e le uniche briciole, in cambio di un pacchetto di voti decisivi per il successo di Chies, sono rappresentate dalla carica di presidente del consiglio comunale, carica prestigiosa ma simbolica, non in grado di condizionare politicamente un’amministrazione, allora si spiegano la delusione e i molti mal di pancia che stanno attraversando il Pd”.

“Diciamolo: l’affare l’ha fatto Chies, mentre i democratici si squagliano in nome di un accordo programmatico piuttosto vago e tutto da verificare nel tempo – conclude Benacchio -. Non c’era bisogno di fare appelli per il voto a Chies, buona parte della sinistra lo avrebbe votato comunque”.

3- Considerazione di un osservatore. Alla fine le prese di distanza dei tre piddini insofferenti alla nuova linea del partito, mi pare sia dovuta a un problema di principio di “coerenza” personale fra il passato e l’oggi ma non a critiche sulle basi programmatiche dell’accordo fra Chies e Dall’Acqua PD.

In assenza di queste critiche e aggiunte (esempio tipo lotta evasione, Commissioni comunali anche propositive) si può dire che i tre/ altri eventuali sarebbero d’accordo sul programma concordato e/o sua gestione ? E allora perché dimissioni da incarichi e una domanda: conta di più in politica,e al governare la forma o la sostanza delle cose da fare per la Città?   La tradizione piddina indicherebbe che la sostanza è, da Togliatti in poi, la regina di ogni accordo, Costituzione compresa, e azione responsabile di governo

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