San Vendemiano, affascina il passaggio di un gregge di 250 pecore:

Categoria: Locali

La storia di Loris Carlet e della sua grande passione per gli animali. Transumanza che è partita dal monte Castelir nell’area di Sarmede

ARIANNA CESCHIN 4.12.2021 lettura2’

A segnalare questa storia è un lettore che, come altri, è rimasto affascinato dalla vita di Loris Carlet, pastore di San Vendemiano che nei giorni scorsi ha guidato il proprio gregge nel nostro territorio per la transumanza.

Transumanza che è partita dal monte Castelir nell’area di Sarmede verso la pianura, alla ricerca di nuovi pascoli per il proprio gregge. Ma è stata anche l’occasione per raccontare a chi lo incontrava, come nel caso del nostro lettore, la propria storia e come una passione abbia potuto diventare una vera e propria professione.

Una storia che iniziò nel 2004 quando un pastore, passando di fronte all’abitazione di Carlet in via Calpena a San Vendemiano, decise di regalargli un agnellino.

Un regalo appropriato, quasi un segno del destino, considerato che fin da piccolo Loris coltivava la passione per gli animali, ereditata dal nonno paterno Giovanni Carlet, che pascolava le mucche e le pecore nella valle del Posocol di Cordignano.

Dopo quel regalo inaspettato, era sorto il desiderio di acquistare un altro agnellino e poi un altro ancora fino a quando, nel 2013, si era già formato un piccolo gregge di venti pecore, sistemato in un terreno attorniato da vigneti a San Vendemiano, dove era stato posizionato anche un ricovero in legno.

Poi il gregge aumentò, ma l’erba non era più sufficiente, quindi erano iniziati gli spostamenti nelle valli tra il monte Posocco e il monte Castelir: ora il gregge conta 250 pecore di razza bergamasca, che scendono attraverso i borghi di Rugolo, Montaner e Sarmede.

A guidarle, al fianco del pastore Loris Carlet, anche Raja, Petra e Paco, cani da pastore del Lagorai per la raccolta e il contenimento del gregge, e Alaska, Atlanta e Asia, pastori maremmani-abruzzesi contro l’eventuale arrivo dei lupi.

Il pastore ha confessato al nostro lettore il desiderio di voler ampliare il proprio gregge: un modo per mantenere intatta un’antica tradizione, un lavoro del passato nel territorio Unesco, dove le storie e gli antichi mestieri ereditati dalle precedenti generazioni sono destinati a guadagnarsi un’attenzione sempre maggiore, alla luce del patrimonio attuale, alla cui costruzione hanno contribuito con il proprio lavoro.

(Foto: per gentile concessione di un lettore).

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