San Pietro di F. “Il turismo che vorrei”: un convegno per riflettere sul territorio tra ospitalità e valorizzazione

Categoria: Locali

Una tre giorni dedicata al turismo ha preso l’avvio ieri sera a San Pietro di Feletto, al resort Ca’ del Poggio e proseguirà fino a domani, domenica 19 novembre

ARIANNA CESCHIN, 18 NOVEMBRE 2023 QDPN.it lettura2’

L’incontro è stato moderato da Claudia Meneghin, assessore alla Cultura, e da Fabio Zambon, imprenditore e rappresentante delle strutture extra alberghiere di San Pietro di Feletto.

Un’occasione per riflettere sui cambiamenti del territorio in un’ottica turistica, tra nuove progettualità e un’offerta in risposta alle necessità emerse.

Dopo i saluti e la premessa fatta dal sindaco Maria Assunta Rizzo e da Giuliano Vantaggi (site manager dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene), è stata la volta di Giulia Casagrande (presidente di Fondazione Marca Treviso), la quale ha illustrato come ci sia oggi un occhio di riguardo per tematiche come il turismo lento, la biodiversità, l’economia circolare, la necessità di nuove infrastrutture.

Un nuovo interesse turistico che deve tenere conto della rigenerazione dei centri urbani, della promozione di spazi verdi e dell’attenzione al consumo di suolo.

“Bisogna promuovere la crescita sociale e sostenibile, altrimenti si riflette sull’accoglienza – ha aggiunto – Se si fa e non si racconta, è come se non si facesse. È inoltre necessario un monitoraggio dei flussi turistici e una sinergia tra pubblico e privato”.

Nel frattempo, il Comune di San Pietro di Feletto ha creato un sito turistico dedicato al proprio territorio, illustrato da Nicola Palumbo: il sito, bilingue e indirizzato a un utente medio, si compone di cinque sezioni ed è adattabile a ogni device.

Verrà riempito di contenuti e informazioni sempre nuovi, oltre all’indicazione di eventi, novità sul territorio, una mappa completa dell’indicazione dei siti di maggior interesse.

Pietro Lando (storico, ricercatore e autore del Novecento veneziano) ha invece tratteggiato la storia del Lido di Venezia e del suo ruolo di località turistica.

Una storia iniziata nel 1833 con i primi bagni, per sfruttare le potenzialità terapeutiche dell’acqua della laguna. Nel 1857 seguì la nascita dello stabilimento “Sull’onda del mare”, segnando così lo sviluppo degli stabilimenti balneari.

Trent’anni dopo si ampliò, toccando il numero di 300 camerini, separati tra maschi e femmine, con l’ingresso diretto in acqua. Da lì giunse poi l’invenzione della capanna sulla spiaggia (tuttora una presenza fissa al Lido), utilizzata non solo per il cambio del costume.

“Si creò una realtà sociale sulla spiaggia”, le parole di Lando, che ha evidenziato come a cavallo tra Ottocento e Novecento non ci fossero al Lido di Venezia molti alberghi, ma ben presto, tramite l’azienda Ciga, l’attività dei bagni sulla spiaggia diventò un business molto importante.

Ai primi del Novecento il giro d’affari vide un certo giro anche grazie al Palace Hotel Excelsior, ovvero il più grande albergo d’Europa, direttamente sulla sabbia. Nel tempo la spiaggia cambiò volto, spuntarono le prime ville liberty e nel 1926 venne aperto il primo aeroporto d’Italia, proprio al Lido.

Seguì nel 1938 l’apertura del Casinò di Venezia (in precedenza situato all’interno dello stesso Excelsior), anche se dopo la guerra d’Etiopia ci fu una sensibile diminuzione della clientela straniera.

Pierpaolo Becich di San Servolo (membro del comitato scientifico – aeroporto Nicelli) ha evidenziato l’importanza dell’accoglienza, in grado di far “sentire il cliente l’unico”, ricordando i tempi in cui la madre, figlia del direttore generale dell’Excelsior, viveva proprio all’interno del prestigioso hotel.

“Ci sono dei principi che non invecchiano – ha osservato, lanciando un messaggio di prudenza – Il rischio è quello di abituarci al fatto che tutto vada bene, senza essere previdenti e non pensando che ogni prodotto ha il suo ciclo di vita“.

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