Conegliano dal 1946 al 2007. Ricerca

Categoria: Locali

COMPOSIZIONE e PROFESSIONI DEI CONSIGLIERI COMUNALI DAL 1946 AL 2007

INTRODUZIONE

L’idea di andare a “menar” le carte dal 1945 al 2007 nell’Archivio del Comune di Conegliano è venuta dopo aver sentito blaterare in un incontro, sulle quote rosa da riservare (?) nelle liste elettorali in nome della pari opportunità (una candidatura non si nega a nessuno).

Per intenderci noi guardiamo alla Anna Kuliscioff , alla Finocchiaro, Merkel, alla Montalcini, Golda Meir . Alla meritocrazia e competenza, unisex.

Ciò ha fatto ritornare alla memoria una situazione vissuta diversi anni addietro,1975-1980, riguardo la esigenza di proporre, non riservare, operai nelle liste elettorali comunali del PSI per farli eleggere.

Nella sinistra di allora, infatti, sia il PSI che il PCI difettavano di eletti   “operai” nei loro organi istituzionali comunali.

Da qui, poi, la curiosità di vedere le varie rappresentanze sociali in Consiglio, il loro evolversi negli anni in una città al centro di un bacino industriale importante ma moderato nell’espressione del voto.

Qualche cosa di interessante è emerso e invita a riflessioni gli addetti e non ai lavori: i partiti soffrono la concorrenza delle liste civiche ma non reagiscono; la società civile è viva  ma non si organizza politicamente (presso Informagiovani  sono iscritte 404 organizzazioni divise in 7 settori); luoghi comuni cadono come quello sul  rinnovamento dei consiglieri che c’è (ricambio); non sono più rappresentante in Consiglio, allo stato, ancora  alcuni strati sociali o professioni; i partiti non sfondano e le civiche fanno testimonianza, spesso rifugiandosi nel moralismo e ponendosi, equivocamente, al di sopra delle parti e promuovendo spesso, il “particulare”

I risultati allegati, raccolti ed elaborati da un neofita, potrebbero essere la Prima parte di una ricerca poiché, un dato rilevato conduce alla ricerca di un altro.

Walter Cadorin

www.simofin.com

CONSIDERAZIONI e interrogativi

Solo considerazioni personali e interrogativi dopo aver letto i numeri e il loro evolversi nel tempo. 

Non ci sono intenti sociologici in questo lavoro, non siamo preparati, e più dati sarebbero necessari per provarci.

Per quanto casereccio possa essere questo contributo abbiamo cognizione che  il modificarsi nel tempo delle rappresentanze sociali nelle istituzioni dipende da più fattori in primis la struttura economica di Conegliano. Il Brunetta nella sua “Storia di Conegliano” ed. Il poligrafo,1989 scrive a pag. 114 “La fisionomia della provincia è essenzialmente agricola… Due terzi delle 1500 famiglie coloniche…sono nella Sinistra Piave.”pag. 115 “..battaglie mezzadrili…attorno alla tradizionale parola d’ordine la terra a chi la lavora” Sono gli anni ’40 e ’50. Poi prende avvio l’industrializzazione del Coneglianese con la zona industriale di Susegana “..funzionale al polo attiguo (Conegliano) già industrializzato.. al contadino-mezzadro si sostituisce la figura dello operai-contadino” op. cit. pag. 115-116

Se questi fatti possono spiegare la presenza, allora e oggi non più, in Consiglio Comunale di rappresentanti che in vario modo si richiamano alla agricoltura, quale altro fenomeno economico, sociale è accaduto che possa giustificare la scomparsa di  7 professioni in Consiglio nelle ultime 3 legislature, dal 1995  al 2007 ?

A) Professioni tab. 1. Già dal Periodo 1° (1946-1995) l’Amministrazione comunale si regge su rappresentanti di 4 professioni : professionisti, commercianti, impiegati e insegnanti.

Prende avvio (1974) il progetto di Conegliano Città di servizi considerandosi  centro geografico di un comprensorio di Comuni (Statuti di Conegliano), con ricerca di insediamenti direzionali in concorrenza spesso con la vicina Vittorio Veneto. Poi anche città turistica e quindi culturale. Si approvava un PRG per accogliere massimo 40.000 abitanti. Conegliano si conferma  come polo d’attrazione di un’ area vasta o comprensorio che però non riesce a costituire e guidare oltre le intenzioni. Rimane in mezzo al guado e, insistendo sul progetto, continua a farsi carico dei problemi d’area  come viabilità accoglienza, servizi, strutture, facendo fronte con le proprie risorse finanziarie senza sinergie con i comuni confinanti che pur godono di vari  benefici derivanti da questa situazione.

Guardando il Periodo 2° e 3° si nota la sparizione in consiglio Comunale di ben 6/7 professioni su 15 prese in considerazione il che fa pensare  a un cambiamento di presenza sociale e interessi, notevole e repentino e quindi da decifrare.

Il numero di abitanti non varia di molto e tende a incrementarsi.

L’età media dei consiglieri è stabile nelle 13 legislature e si attesta  fra 44 anni e 47.

Il titolo di studio dei consiglieri si sposta positivamente sempre più verso l’alto a discapito  della licenza elementare.

Sarebbe interessante rilevare se  a tale acculturamento scolastico ne corrisponde un altro in termini di conoscenza e cultura politica e amministrazione pubblica.

B) Partiti e rappresentanze professionali. La tab. 3 riporta le professioni presenti nei vari partiti. E’ stata la curiosità che ci ha portato a iniziare questa ricerca. Consentiteci di soffermarci su alcuni partiti tradizionali: il PSI e il PCI, partiti rappresentanti la “classe operaia” Nella Istituzione comunale la loro rappresentanza operaia è sempre stata deficitaria. Il PSI locale con meno storia di lotte, ma presente nel sindacato e nelle vita sociale,eleggeva su un totale di 40 presenze, 2 operai, 2 industriali, di cui 1 coinvolto nella vita associativa di categoria e poi con incarichi di rappresentanza in strutture nazionali. Il PCI su 40 presenze, di consiglieri portava 4/2 operai e guidava sempre il gruppo uno, ma valente, funzionario di partito. Il PCI è riuscito a far eleggere, il solo nella storia della città, un deputato con trascorsi e meriti sindacali più che politici e un consigliere Regionale.

Si può dire che la base operaia più che cercare di affermarsi nelle istituzioni delegava ?

Di contro la DC era il partito che aveva più articolazione nelle rappresentanze Istituzionali. Che poi contassero nella determinazione della linea politica e amministrativa è tutto da vedere. Infatti la parte cattolica e laica militante trovava in Innocenti il suo leader ispiratore.

Dobbiamo prendere atto che tutti partiti portano in Consiglio e poggiano la loro rappresentanza sulle 4 professioni indicate e che nelle ultime tre legislature il divario fra queste e le altre pur presenti in città, si fa più marcato e consistente. I partiti le hanno estromesse o si sono autoescluse dalla partecipazione politica. Ma nemmeno nelle liste civiche riescono ad emergere: che si siano estinte ?

Consiglieri e rinnovo Tab. 4. Rinviando alla tabella indicata e al commento sottostante per maggiori informazioni, qui ci interessa richiamare il dato emerso che sfata la percezione, il detto comune e strumentale per cui tutti i mali, i disordini, i ritardi e che la politica è brutta e cattiva  sono dovuti al mancato rinnovo dei consiglieri. Ebbene, prendendo ed elaborando il dato degli eletti, questi si rinnovano mediamente per il 62% vale a dire che in13 legislature ben 270 consiglieri su un totale di 433 presenze sono rimasti sugli scanni del Consiglio per una sola legislatura. A cascata quindi si sono rinnovate le Giunte.

Insomma, il semplice cambio delle persone non è la panacea di tutti i mali e in politica non è sufficiente, contano le competenze,le idee i numeri degli elettori, i progetti e programmi.

Se poi, più per avere un dato di riferimento, ipotizziamo che alle elezioni comunali partecipano di media 10 liste con ognuna 30 candidati, il conto totale è di 300 cittadini che si presentano per farne eleggere 30 in ogni tornata. Ben 4200 su 13 legislature!  La domanda s’impone:  gli ex  consiglieri e i candidati non eletti, partecipano ancora alla vita pubblica e sociale oppure l’esperienza fatta li allontana per sempre, in particolare i giovani, dallo impegno sociale attivo? Diventano un patrimonio pubblico dismesso e inutilizzabile ? Ancora. Se l’operato di una Amministrazione, maggioranza e opposizione, non dipende dal rinnovo degli attori, da cosa dipende la percezione del male? 

I partiti e le liste elettorali Le liste con consiglieri eletti in Consiglio, in questi ultimi 60 anni e da noi considerati, sono in totale 36. Di queste 36 liste n° 14 pari al 38% sono durate una sola legislatura e hanno eletto 18 consiglieri su 433 pari al 4%. Niente numericamente ma presenza importante per formare una maggioranza o ricattarla.  Di queste 14, la maggioranza sono liste civiche nate su iniziativa del capolista o di un gruppo di cittadini con interessi di nicchia. Altre sono confluite in formazioni politiche a carattere nazionale. La prima lista civica si è avuta nella 7 legislatura, 1975-1980, poi confluita nella DC e dovuta a una particolare situazione nella stessa. Le altre sono sbocciate dal 1995 in avanti vuoi a causa della legge elettorale, o per altri motivi che sarà bene far emergere.

Se teniamo presente che altre liste civiche si sono presentate ma non hanno avuto successo, il numero cui sopra aumenta. Tutta questa “massa critica” che probabilmente fa disperdere voti più che portarne ad una causa comune e attiva, farebbe pensare che la “società civile” ha problemi di partecipazione e non si riconosce nei partiti nazionali. Presuppone quindi una città socialmente frammentata con interessi pluralistici che non hanno ascolto nella maggioranza ne opposizione. Ma questa “massa critica” non riesce a organizzarsi in politica e, qui, le liste civiche non formano un movimento con radici e valori nuovi o diversi si da candidarsi alla guida della città in modo continuativo come in qualche altra parte avviene, ma o sono di supporto ad alleanze più larghe, o ripetendosi nelle varie legislature con denominazioni diverse ma, con sempre gli stessi Capilista e candidati, fanno pensare a piccoli gruppi di potere con interessi che poi ritrovano appagamento in una coalizione e sono strumento per far eleggere il proprio animatore. Stiamo generalizzando? Forse si.

Ma ciò non toglie una successiva considerazione-domanda: i partiti di nuova generazione operano al di fuori delle loro sedi, nella società per affermare, coinvolgere, far partecipare, far conoscere la loro visione della città, valori, cultura o sono macchine da guerra elettorali, novella partitocrazia ?

Sembra abbiano, i partiti tradizionali, perso la leadership politica, assenti e intenti a coltivare il loro orto più che a indirizzare e prospettare ambiziosi traguardi, fiduciosi di ricevere la delega rappresentativa  al momento opportuno contando su una politica di relazioni più che sul convincimento, poco inclini al confronto sui temi che la politica agita ogni giorno, al proselitismo, con un progetto sociale in via di superamento se non già superato.

Sembra necessiti un progetto sul quale far confluire gli interessi di più rappresentanze sociali. Creare cioè un blocco che guidi Conegliano nei prossimi 20/30 anni semplificando così correttamente l’offerta politica

Nel periodo 1° questo blocco si era costituito. Governi di centro e centro sinistra arrivando a includere il PCI nel progetto di Conegliano “Città di servizi”. Oggi, con la nuova legge elettorale che prevede l’elezione diretta del Sindaco, è garantita la governabilità per l’intera legislatura, ma il programma, il progetto amministrativo e politico è frutto di accordi di coalizione nelle quali il partito maggiore, FI, raggiunge il 30% dei consensi generali.

Se guardiamo al Periodo 1° vediamo che la DC, che al  suo minimo di consensi si attestava sul 45%, garantiva e ha garantito questa governabilità e l’indirizzo dell’ Amministrazione, non importa qui se bene o male, per oltre 40 anni senza leggi ad hoc. 

Sempre Ernesto Brunetta, op. cit. scrive a pag. 124 ”.. l’egemonia cattolica, insomma, si esercitò attraverso il controllo della vita politica .. che consentì (non) solo alla DC e al nobilitato moderato cui essa era collegata.. il sostanziale monopolio delle iniziative tese a orientare e guidare la trasformazione della città..” 

Oggi, in mancanza di una egemonia politica,  un motore di nuova concezione che permetta di gareggiare su circuiti di nuova concezione e continuare a vincere, sembra possa  essere ritrovato fuori dei confini  della città,  attorno a una macro area di cui Conegliano è interlocutore naturale e strategico dei comuni componenti. Ma le implicazioni di carattere politico, finanziario, economico, motivazionale sono molte e gli obiettivi comuni  che questo status comporta debbono essere condivisi, concordati e la frammentazione della rappresentanza politica nell’area non aiuta e Conegliano scalpita e i nodi esistenti stentano a sciogliersi.

Questa tornata di elezioni amministrative potrebbe essere l’occasione per la politica coneglianese di confrontarsi alzando lo sguardo oltre il contingente dando così nuove e consistenti motivazioni d’ impegno a coloro che sono ai confini della vita politica ed esitano varcarli. Maggio 2007

Gennaio 2012. Sono passati 5 anni dalla stesura di questa ricerca. Ci eravamo promessi di portarla fino al 2010 ma la fiacca ha vinto. Se qualcuno vuole continuare e approfondire il lavoro iniziato, sono a disposizione.

Rileggendo queste righe e tenuto conto dell’evolversi della architettura istituzionale in corso, possiamo solamente apportare una modifica: sostituire area vasta con Unione dei Comuni. Ma bisognerebbe che la politica potesse riprendere la supremazia sulla amministrazione.

Certo che portare la Lega su questo progetto ci vorrebbe Ercole. Ma non disperiamo. Fa capolino sempre più la necessità di modificare i partiti tradizionali  con apparati costosi, fonte di corruzione per i contributi statali che incassano,per lasciare il posto a partiti liquidi, alla società civile. Tipo America. Spero che di fare in tempo a vederli. CW

La ricerca prosegue con tabelle come più sotto indicato ma non riesco a inserirle per manifesta ignoranza nell'uso del mezzo.Scusate.

Sommario tabelle

AVVERTENZE per lettura tabelle e commenti

1.            PRESENZE CONSIGLIERI COMUNALI DAL 1946 AL 2007

1.1.        Professioni

1.2.        Età media

1.3.        Titolo di studio

 2.   PARTITI E RAPPRESENTANZE SOCIALI DAL 1946 AL 2007

 2.1 Professioni e partiti

 2.2 Partiti con rappresentanze in Consiglio Comunale

 3.   ASSOCIAZIONI PRESSO INFORMAGIOVANI AL 2007

 4.CONSIGLIERI COMUNALI –GIUNTE – SEGRETARI             

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