Veneto, ennesimo imprenditore suicida. "Rivedere il pagamento dell'Iva"

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Con il suicidio dell’imprenditore veneto Edoardo Alberton si allunga il triste elenco di suicidi a causa della crisi. Aveva a suo carico un processo per un presunto ritardo nel pagamento dell’Iva

Mercoledì, 2 settembre 2015 - 07:46:00 Affaritaliani Vito Piepoli

La stampa scrive soprattutto di cose che fanno notizia, ed ormai siamo assuefatti ad episodi del genere e quindi non vengono più riportati, ma potrebbe accadere di peggio, cioè vengono riportati con luoghi comuni e non si coglie la vera verità.

E cioè, l’ingiustizia di uno stato che ti chiede un acconto (Iva) con pretesa su quello che avresti dovuto incassare, anche se tu non hai incassato. Si pensa invece ad un altro povero depresso, squilibrato per questioni personali che non ci riguardano se non per biasimarlo perché avrebbe potuto…bla…bla…e poi bla …bla, ma non ha voluto. Ma poi dai, si sono aggiunte alcune incomprensioni familiari sopraggiunte negli ultimi tempi….e bla …bla ed ancora bla…bla….del tipo l’imprenditore da qualche mese viveva separato dalla moglie…e così via altre considerazioni che distraggono dal nocciolo vero della questione.

Società stupida ed ipocrita, la nostra. Non so se si possono ritenere, ma si dovrebbero, anche queste, ritenere morti bianche. Ma certamente un paese nel quale queste notizie finiscono per essere indifferenti è un paese meschino, dal punto di vista umano e demagogico perché si parla sempre, ci si riempie la bocca di idee e buoni propositi per creare lavoro, ma non si tiene conto che se muore un imprenditore e/o se chiude un’ azienda vengono lasciate a casa tante persone.

Edoardo Alberton non ha versato l’Iva e si è ritrovato a processo, si leggeva a settembre del 2014…poco meno di un anno dopo, si è tolto la vita nel suo capannone. Era stata l’Agenzia delle Entrate ad accorgersi del mancato versamento e a segnalarlo alla procura, che al termine delle indagini ha ritenuto di chiedere il processo per il giovane imprenditore. In base a quanto ricostruito dalla pubblica accusa, l’imputato non avrebbe versato entro i termini stabiliti dalla legge, la fine di dicembre del 2012,  l’Iva dovuta all’erario sulla scorta della dichiarazione dei redditi dell’anno d’imposta precedente.

Il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Veneto, Giordano giustamente ha scritto a Renzi, chiedendo che il Governo riveda subito il sistema di pagamento dell’Iva, perché questo sistema soffoca le imprese e le costringe a chiudere. Le imprese – si legge nella lettera - sono allo stremo soffocate da un sistema fiscale e giudiziario che non le fa crescere e che distrugge vite e famiglie. Ultimo, solo in ordine temporale, il suicidio di un altro imprenditore, la scorsa domenica.

Con il suicidio dell’imprenditore veneto Edoardo Alberton si allunga il triste elenco di imprenditori che anche a causa della crisi decide questo gesto estremo. Alberton aveva a suo carico un processo per un presunto ritardo nel pagamento dell’Iva – ha ricordato Riello.

Ogni suicidio a sfondo economico - continua Riello - è un gesto disperato che risulta ancor più inaccettabile se causato non dalla crisi, ma dal fatto di non riuscire a pagare l’Iva. In particolare il sistema che prevede il pagamento dell’imposta sul valore aggiunto anche sui fallimenti è perverso, perché significa per un imprenditore dover pagare una tassa sui crediti non incassati, a causa del fallimento del cliente. Si innesca così un circolo vizioso che trascina anche il creditore nel vortice della difficoltà economica e dell’indebitamento, con il rischio di non riuscire a pagare dipendenti, fornitori e di dover chiudere a sua volta.

I Giovani Imprenditori di Confindustria Veneto, chiedono pertanto al Governo di porre come prioritaria una revisione del sistema di pagamento dell’Iva, perché viene ritenuta profondamente ingiusta la tassa nelle situazioni fallimentari. E noi speriamo che questo sia l’ultimo suicidio e che almeno il sacrificio ingiusto di una vita umana avvenuto possa servire a finalmente cambiare uno stato sanguisuga o per lo meno che non sa o non vuole distinguere, tra un vero e proprio evasore da uno che è costretto ad evadere perché vittima dei propri debitori.

Vito Piepoli

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