L'ipocrisia della castità mina la Chiesa

Categoria: Religione

Che senso abbia ancora ammesso che nei secoli passati l'abbia avuto imporre la castità a uomini e donne che se pur suore, preti, vescovi e cardinali, santi nel senso pieno della parola non sono né potrebbero mai esserlo

Alessandro Sallusti - Lun, 25/02/2019 www.ilgiornale.it

Papa Francesco ha chiuso ieri il primo vertice della Chiesa mondiale sull'emergenza pedofilia, che il più delle volte nel clero coincide con orientamenti omosessuali.

Non sono mancate, nel corso del dibattito, franchezza e autocritica ma le ricette per risolvere il problema appaiono teoriche e fumose.

Le continue denunce di casi di violenza su minori che emergono dal passato lontano e vicino non lasciano dubbi sulla gravità e consistenza del fenomeno. Un miliardo e trecentomila fedeli di Sacra Romana Chiesa sparsi per il mondo hanno diritto non solo a chiarezza, ma anche all'assoluta certezza di essere al sicuro dentro la loro comunità a cui si affidano e a cui affidano i loro figli.

La soluzione del problema non può essere soltanto giudiziaria. La magistratura interviene a monte di un reato e la punizione dei colpevoli in questi casi non può restituire dignità alle vittime. Il Papa si è impegnato a lavorare a valle, cioè nella selezione dei futuri preti e nei controlli sulla loro vita privata. Già, ma chi controlla chi, e soprattutto è possibile monitorare costantemente il comportamento di quasi un milione tra preti, diaconi e suore? Siamo onesti, non è possibile o quantomeno non è questa la strada che può dare certezze, perché le pulsioni sessuali deviate, come avviene nel mondo laico, non vengono soddisfatte alla luce del sole ma seguono tortuosi percorsi clandestini. E qui arriva il nocciolo del problema, cioè la rinuncia alla sessualità, ufficialmente «per scelta» ma in realtà «per legge», che inevitabilmente trova sfogo, per evitare scandali pubblici, in modo innaturale all'interno della comunità su cui si esercita un potere, grande o piccolo che sia.

Bisognerebbe trovare il coraggio di chiedersi che senso abbia ancora ammesso che nei secoli passati l'abbia avuto imporre la castità a uomini e donne che se pur suore, preti, vescovi e cardinali, santi nel senso pieno della parola non sono né potrebbero mai esserlo. Mettere in concorrenza anche la più sincera delle vocazioni con la natura umana è nella stragrande maggioranza dei casi perdente e quindi pericoloso. Ogni anno il due per cento circa dei preti scioglie i voti per vivere liberamente la propria naturale sessualità. Probabilmente, ma è una mia supposizione, se il Papa liberassi tutti dal vincolo della castità, la Chiesa avrebbe qualche problema tecnico in più ma anche più pastori e meno lupi