PAPA FRANCESCO VUOLE UN MATTARELLA BIS AL COLLE – LA CEI NON VUOLE LEGARSI MANI E PIEDI A CONTE

Categoria: Religione

- MOTIVO? IN MANCANZA DI FINANZIAMENTI, A SETTEMBRE MILLE SCUOLE CATTOLICHE NON RIAPRIRANNO.

Marco Antonellis per Italia Oggi 9.6.2020 lettura 2’

E I VESCOVI DARANNO LA COLPA AL PREMIER – L’ENNESIMO SOGNO DI RASSEMBLEMENT CENTRISTA CON FORZA ITALIA, CALENDA, RENZI E I PAPISTI DI ADINOLFI…

Da : dagospia.com. Sul fronte della nascita di un nuovo partito che occupi lo spazio vuoto al centro, la Conferenza episcopale italiana (in questo con una certa differenza di accenti rispetto alla Santa Sede) sembra voler accantonare l' ipotesi di legarsi mani e piedi al fragile Giuseppe Conte il cui partito finirebbe per poter essere spendibile solo in una maggioranza pencolante a sinistra.

Oltretevere comincia quindi a formarsi l' idea di una possibile aggregazione tra Forza Italia e Azione di Carlo Calenda, in cui inserire una «spezia» evidentemente cattolica aggregando i papisti obbedienti del Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi, che in questi giorni stanno sottoponendo, tramite il loro quotidiano La Croce, alla Santa Sede lo stillicidio di chiusure di scuole cattoliche, uccise proprio dai mancati aiuti stanziati dal ministro Lucia Azzolina e dal Pd.

Mille scuole cattoliche a settembre rischiano seriamente di non aprire e questo in Cei è vissuto come un affronto che Conte non ha saputo risolvere, dimostrandosi così poco affidabile. L' aggregazione di Forza Italia, Azione e PdF varrebbe tranquillamente il 10% dal punto di vista elettorale, con il pregio di poter essere elasticamente spendibile su qualsiasi geometria di governo. Alcuni vorrebbero provare ad inserire in questo progetto anche Italia Viva di Matteo Renzi.

Altrimenti al toscano non resterà che tentare la mossa del cavallo aggregando il sempre aggregabile Bruno Tabacci e quel che resta di Più Europa di Emma Bonino per sperare di superare gli sbarramenti: gli ultimi sondaggi davano Italia Viva all' 1.8% e anche per questo nei sacri palazzi ci si fida di più all' inossidabile 6-7% garantito da Re Silvio Berlusconi anche in tempi di magra. Una percentuale di consenso peraltro non vincolata ad un solo schema politico.

Carlo Calenda ringrazia e si distingue ormai pubblicamente da Matteo Renzi in ogni occasione, per rendere evidente che vuole bruciarsi i ponti alle spalle. Non ci resta che aspettare e vedere se le nuove aggregazioni avranno modo di misurarsi con le urne già nei prossimi mesi o se bisognerà attendere la rielezione in molti ambienti data per certa di Sergio Mattarella (assolutamente auspicata da Papa Francesco) nel gennaio 2022 per poter consegnare finalmente il Paese alle più che necessarie elezioni, dopo una delle legislature più disgraziate dell' intera storia repubblicana.