Per il Papa sarà anche il "dio denaro", ma è solo il capitale a combattere la povertà

Categoria: Religione

Salvini a parte, qualcosa da giudicare oggi c’è e non riguarda la politica ma riguarda la chiesa e, anzi, Francesco

di Claudio Cerasa | 20 Agosto 2015 ore 10:03 Foglio

COMMENTA 4 |   | 

Al direttore - Pare ci sia molto interesse per le polemiche di Matteo Salvini con la chiesa e il suo episcopato. E’ pur sempre agosto, siamo pur sempre in Italia. Ma, guardandola dal punto di vista della chiesa cattolica, o anche solo di un cristiano semplice, di quel che pensa (Dio mio: “Pensa”) Salvini dei vescovi, che cazzo ce ne può fregare?

Maurizio Crippa

Poco, pochissimo. D’altronde chi siamo noi per giudicare? Nessuno, direbbe qualcuno. Però, Salvini a parte, qualcosa da giudicare oggi c’è e non riguarda la politica ma riguarda la chiesa e, anzi, Francesco. Ha detto ieri Bergoglio: “Quando il lavoro è in ostaggio della logica del solo profitto e disprezza gli affetti della vita l’avvilimento dell’anima contamina tutto: anche l’aria, l’acqua, l’erba, il cibo”. E le conseguenze di ciò “colpiscono soprattutto i più poveri e le famiglie più povere”. Perché non si può vivere in “un sistema economico che ha al centro un idolo che si chiama denaro”. Matteo Chissenefrega Salvini direbbe che il Papa è comunista, e noi si sa che abbiamo un’idea diversa, e pensiamo soltanto che il Papa, per la sua natura, la sua origine, la sua cultura e la sua storia, si sia soltanto prestato, in alcune occasioni, in molte occasioni, a offrire elementi per diventare lui stesso un idolo degli anti capitalisti. Siamo sicuri che durante il suo viaggio in America Papa Francesco darà molte delusioni al popolo dell’anti capitale ma intanto un piccolo appunto – chi siamo noi per giudicare? – sulle parole di ieri. L’orrenda logica del profitto di cui parla Papa Francesco, se non ci sbagliamo, ma chi siamo noi per giudicare?, è la stessa orrenda logica del profitto che ha permesso a molte famiglie un tempo povere di esserlo oggi un po’ meno. E il caso vuole, ma chi siamo noi per giudicare?, che i paesi che hanno messo al centro del loro sistema produttivo il dio denaro sono gli stessi paesi dove sono maturate le condizioni per far sì che la povertà possa essere combattuta con molti posti di lavoro. In fondo, sul dio denaro, il discorso da fare è simile a quello che si potrebbe fare parlando di natura. Nei paesi dove la natura è incontaminata, si sa, si respira che è una meraviglia ma purtroppo spesso si muore di fame. Lo stesso vale per il dio denaro. Quando il lavoro è in ostaggio della logica del solo profitto e disprezza gli affetti della vita l’avvilimento dell’anima contamina tutto: anche l’aria, l’acqua, l’erba, il cibo. Ma dove la logica del profitto è messa in secondo piano, l’aria, l’acqua, l’erba e il cibo sono una meraviglia, ma purtroppo, anche lì, spesso si muore di fame.

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COMMENTI

1-      Paolo Merolla • 2 ore fa

Un commento illuminato e moderato. Alle persone piace litigare, in particolare a chi commenta cosa è scritto sulla rete. Non piacerà, altrimenti con chi ci si sfoga, chi si manda a quel paese con il computer sul desk e non volendo lavorare? (Complimenti!)

2-      guido valota  Paolo Merolla • un'ora fa

Oltretutto non è che l'ambiente - aria, acqua, cibo - siano queste meraviglie dove la logica del profitto è messa in secondo piano. Certo che se uno fa il suo viaggetto kulturale nell'Africa e nell'oriente riadattati con l'aria condizionata per accogliere i pellegrini occidentali alla ricerca di Shangri-la su TripAdvisor, è tutto una figata.

3-      maurizio • 2 ore fa

Così lei direttore ci ricorda la condanna biblica della sofferenza per aver colto il frutto dall'albero della conoscenza.

Non è però che, puntando il dito contro chi ci rammenta anche che a quello stesso albero non si può attaccare avidamente chi (pochi, sempre meno) sta già godendone i frutti e sta affamando gli altri (sempre di più), lei compia un'azione perequante.

Certo che il capitalismo falsamente globalizzante faccia guadagnare 3 $ a chi ne guadagnava uno è argomento a suo favore.

Non si può però criticare chi ricorda che la ricchezza (beni che Dio ha messo a disposizione di tutti) va concentrandosi in sempre meno mani e che dal nostro fortunato osservatorio occidentale il drammatico fenomeno dell'immigrazione sta portando agli occhi di tutti che QUESTO CAPITALISMO (non quello dei monasteri medioevali e delle città rinascimentali) non funziona più, il capitalismo del dio illuminista, industriale, tecnologico e purtroppo anche servilmente scientifico, che vorrebbe emarginare Dio dalla storia, ri-uccidendolo continuamente, e dal suo Creato, inquinandolo alla morte (sono anti-ambientalista, ma dico che abbiamo passato il limite da un pezzo, diciamo alla 5.000ma atomica esplosa nel 1998).

Purtroppo le devastanti responsabilità di questo capitalismo, che ha sottomesso gli Stati, che a loro volta hanno sottomesso gli individui che li costituiscono, sostituendoli con la massa indistinta dei consumatori governati, ebbene queste gravissime responsabilità trovano complicità negli inutili assalti di Salvini e nelle sue critiche alle parole di un papa che sta indicando la Via ad un mondo che se ne sta andando dall'altra parte!

4-      guido valota  maurizio • un'ora fa

Però bisognerebbe anche sentire il parere di quello che guadagnava un dollaro e oggi tre, potendo così investirne qualche migliaio sugli scafisti per venir qui a guadagnarne 30. È disposto a tornare a guadagnarne solo uno per donare ai pauperisti la soddisfazione di vedere Gordon Gekko girare in BMW invece che in Bentley? Quelli che conosco io sono tipi pratici e sembrerebbe che per partecipare a 'questo capitalismo' siano disposti anche a rischiare la vita.