Vatileaks e la guerra tra Bertone e Bergoglio

Categoria: Religione

Il papa continua la sua opera di pulizia in Vaticano. E tra arresti, corvi e guerre dentro l'Opus Dei, a saltare finora sono solo gli uomini dell'ex segretario di Stato.

di Alessandro Da Rold | 04 Novembre 2015, lettera43

Mentre il cupolone di San Pietro è in fiamme, tra arresti di nuovi corvi, libri scottanti in uscita e una guerra dentro l'Opus Dei sullo sfondo, papa Francesco tiene il punto della situazione sulla riforma delle finanze del Vaticano. E incassa un nuovo successo nel lento lavoro di ristrutturazione della Chiesa dalle incrostrazioni lasciate dall'ex segretario di Stato Tarcisio Bertone.

La nomina del nuovo consiglio di amministrazione dell'Ospedale Bambin Gesù, annunciata mercoledì 4 novembre, non è infatti che l'ultimo capitolo di una guerra senza esclusioni di colpi che prosegue da più di due anni tra le mura d'oltretevere e che punta a spezzare anche i cordoni vaticani con la classe politica italiana.

GLI ARRESTI DEI CORVI E I LIBRI NON FERMANO FRANCESCO. Si tratta di una battaglia che prosegue, nonostante gli arresti di monsignor Vallejo Balda e di Francesca Chaoqui, segretario e membro della Commissione referente di studio e indirizzo sull’organizzazione delle strutture economico-amministrative della Santa Sede. E segnala da un lato un occhio ai conti 'fuori controllo' degli ultimi anni, come emerso in un'intercettazione di Bergoglio contenuta nell'ultimo libro di Gianluigi Nuzzi Via Crucis.

Dall'altro invece tratteggia la nuova strategia di riavvicinamento del Vaticano all'establishment italiano, in particolare a quel mondo che ruota intorno al nostro sistema bancario con cui i rapporti sono da qualche anno incrinati, in particolare con la Banca D'Italia per la gestione dello Ior. Il Torrione Niccolò V per quarant'anni ha infatti operato nel nostro Paese senza autorizzazioni, come sollevato dalla procura di Roma che indaga per insider trading e riciglaggio l'ex direttore generale Paolo Cipriani.

Ma soprattutto l'obiettivo del nuovo corso bergogliano è quello di rimuovere gli uomini che Bertone si affrettò a nominare appena dopo la caduta di Benedetto XVI, all'inizio del 2013. Non solo. Nel lavoro di ristrutturazione c'è anche l'intento di spezzare i collegamenti con il centrodestra di Silvio Berlusconi, dettagli emersi già nel 2013, quando nell'archivio dell'ex presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi emersero le trattative segrete tra il Vaticano e il Popolo della libertà su disegni di legge del governo e raccomandazioni varie.

LE NOMINE NEL BAMBIN GESÙ: UN NUOVO CORSO. Non sorprende quindi la nomina dentro la governance dell'ospedale pediatrico di persone del calibro di Anna Maria Tarantola, ex presidente Rai ma soprattutto ex dirigente di peso dentro Bankitalia, o come quella di Ferrucio De Bortoli, ex direttore del Corriere della Sera molto vicino a Nanni Bazoli, presidente del consiglio di Sorveglianza di Banca Intesa.

E ancora, nel Bambin Gesù entra pure Maria Bianca Farina, manager di Poste italiane e già inserita da Bergoglio dentro l'Aif,  Autorità di informazione finanziaria per la lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo.

PAROLIN E  IL COMMISSARIAMENTO DELL'OSPEDALE PSICHIATRICO. Il lavoro di smantellamento del potere economico, politico e mediatico bertoniano è lento, difficile, ma continua anche grazie alle sapienti mani del nuovo segretario di Stato Pietro Parolin.

Fu proprio lui, nel settembre 2014, a creare un Comitato di presidenza intorno all'ormai ex presidente del Bambin Gesù, Giuseppe Profiti, uomo di Bertone. Lo fece con un rescriptum ex audientia Sanctissimi, ovvero un documento stilato dopo una udienza con il Santo Padre, in modo da poter influire nelle scelte del consiglio di amministrazione e avere a disposizione tutta la documentazione interna dell'ospedale pediatrico.

Fu una mossa che di fatto commissariò Profiti e che portò Parolin a raccogliere più potere intorno a lui, in modo da affiancare nella riforma George Pell con la sua segreteria per l'Economia. Sta di fatto che dopo il commissariamento, Profiti si dimise all'inizio del 2015. Al suo posto arrivò Mariella Enoc, vice presidente della Fondazione Cariplo, già presidente dell'Associazione industriali di Novara e di Confindustria Piemonte.

VERSALDI E PROFITI, UOMINI DI BERTONE. Sempre quest'anno, in giugno, il Bambin Gesù è finito al centro di un'inchiesta della procura di Trani che ha visto come protagonisti proprio Profiti e il cardinal Giuseppe Versaldi, già numero uno della prefettura degli Affari economici del Vaticano, un uomo legatissimo al cardinal Bertone.

Per capire il potere di Versaldi basta leggere un passaggio del libro di Francesco Peloso, La Banca del Papa (editore Marsilio).

«Benedetto XVI, nel fatidico febbraio 2013, a dimissioni gia annunciate». scrive l'autore, «nominerà in extremis il presidente dello Ior e poi – presumibilmente su consiglio del cardinale Bertone – il commissario della congregazione religiosa dei padri concezionisti, e quindi dell’Idi ('Istituto dermopatico dell'Immacolata), nella figura del cardinale Giuseppe Versaldi, piemontese, pedina fondamentale del potere bertoniano anche nella curia vaticana, dove ha guidato la prefettura degli affari economici della Santa Sede, cioe l’organismo che svolgeva – prima della riforma – il compito di revisione dei conti di tutti i dicasteri».

Le intercettazioni di Versaldi e Profiti sono di nuovo al centro delle cronache di questi giorni. I due si adoperavano per conquistare l'Idi, omettendo dei passaggi in un colloquio con il papa.

E allo stesso tempo sui giornali è tornato l'attico di Bertone, comprato, secondo il libro di Emiliano Fittipaldi Avarizia con 200 mila euro, coi «soldi dei bambini malati», cioè quelli appunto quelli destinati al Bambin Gesù.

Dettagli, per una guerra che in Vaticano sanno sarà ancora molto lunga. Ma Francesco la vuole vincere per rendere più trasparente la Chiesa.

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