Lettere al Direttore Il Foglio 26.4.2016

Categoria: Rubriche

Sottomissioni. La politica che strizza l’occhio agli ayatollah delle procure. Non credo nei disegni eversivi della magistratura.. ma un plotone di magistrati…

\1-Al direttore - Serraj chiede a Renzi aiuto per fermare gli attacchi ai pozzi petroliferi. Riproviamo con l’astensione?

Giuseppe De Filippi

2-Al direttore - Gli ordinamenti istituzionali sono prodotti sempre da rotture politiche e sociali dell’assetto precedente. La Prima Repubblica e la Costituzione del 1948 nacquero  dalla Resistenza. Non a caso i partiti antifascisti costituirono il c.d. arco costituzionale e furono, dalla maggioranza e dall’opposizione, i protagonisti della vita democratica del paese. La Seconda Repubblica è nata da quel “golpe’’ mediatico-giudiziario che fu l’esperienza di Tangentopoli, quando, annientate le altre forze politiche, fu deciso che il potere dovesse cadere, come una pera matura, nelle mani dell’ex Pci, appositamente tenuto al riparo dallo tsunami degli scandali. A Silvio Berlusconi non perdonarono mai di essersi messo inaspettatamente di traverso. In tutti questi anni le procure della Repubblica hanno svolto un ruolo simile a quello degli ayatollah, i protagonisti della rivoluzione fondamentalista iraniana: i pm hanno deciso su chi aveva i titoli per governare e chi no. Ecco perché, nel crepuscolo della Seconda Repubblica, torna alla ribalta Pier Camillo Davigo, l’ultimo Grande Ayatollah ancora in servizio permanente effettivo della stagione di Mani pulite. “Colà dove si puote ciò che si vuole’’ è già pronto il disegno per disarcionare Matteo Renzi e tirare la volata al M5s e alla Lega, pur di salvare quel potere d’interdizione e di veto conquistato venticinque anni or sono?

Giuliano Cazzola

Non credo nei disegni eversivi della magistratura. Credo fermamente però nell’esistenza di in un fenomeno diverso e non per questo meno preoccupante: la presenza, nel mondo delle istituzioni, di un plotone di magistrati pronto da un momento all’altro a usare le armi del circo mediatico-giudiziario per combattere le proprie battaglie politiche e ideologiche. Non si tratta di un complotto o di qualcosa del genere. Si tratta, più semplicemente, più drammaticamente, di un sistema giudiziario che mette i magistrati nelle condizioni di giudicare e condannare, come dei tribuni, sia chi sbaglia penalmente (giusto) sia chi sbaglia moralmente (follia). E’ uno schema ovvio, banale, lineare. Uno schema che è sotto gli occhi di tutti e che come è successo con i predecessori di Renzi non si tratta di capire “se” verrà attivato contro chi guida questo governo, ma semmai semplicemente “quando”. Funziona come una teocrazia, ha ragione. E il dramma vero, però, è che proprio chi dovrebbe togliere potere al regime teocratico della magistratura politicizzata spesso finisce per riconoscere agli ayatollah il diritto di veto sulle scelte della politica. E dalla legge Severino (i pm che fanno le liste elettorali) fino ai nomi dei candidati per le comunali consegnati all’Antimafia non si può dire che la politica abbia perso occasione per dire sì alla più grande delle sottomissioni italiane: quella alla repubblica dei pm.

3-Al direttore - Fiamma Nirenstein è stata scelta da Netanyahu quale ambasciatrice israeliana in Italia, ma in Italia e in Israele pare che vi siano opposizioni alla sua nomina. E’ da sperare che si dileguino. Fiamma ha sempre lottato con estrema determinazione contro ogni fanatismo e ogni revival antisemita, e questo è un gran bene per l’Italia e per tutti. Alle terribili minacce che da anni la perseguitano ha sempre risposto con tante, tantissime illuminate parole e azioni. E’ un’ambasciatrice senza ambasce, solare e battagliera, quel che occorre in questo difficile momento. I grandi ambasciatori e ambasciatrici hanno occhi profondi che interrogano il paese dove lavorano, vi si mescolano, vivono e scrivono, scrivono la storia ch’essi stessi con la loro saggezza e audacia giorno per giorno contribuiscono a creare.

Umberto Silva