MANUALE DI CONVERSAZIONE, L'emergenza rifiuti

Categoria: Rubriche

Come fare bella figura in salotto senza necessariamente sapere quel che si dice

di Andrea Ballarini | 12 Agosto 2016 ore 06:12

L’EMERGENZA RIFIUTI

È uno dei problemi della vita in città. Incubo dei sindaci e realtà con cui ci confrontiamo (o scontriamo) tutti i giorni. Meglio allora avere delle cose da dire, a ragion veduta e anche meno

- A Roma più che un problema è una tradizione. (Vedi seguente)

- Chi è anagraficamente adeguato può risplendere socialmente rievocando l'ultima apparizione televisiva di Aldo Fabrizi (1987) che cantava "Buongiorno monnezza" sull'aria di "Buongiorno tristezza".

- La raccolta differenziata si chiama così perché c'è chi la fa con grande cura e chi non ci pensa neppure. Convenirne.

- Tuonare contro l'inciviltà degli italiani che accanto ai cassonetti abbandonano qualunque cosa: divani, lavatrici, carcasse di animali. Se il contesto non disdegna il politicamente scorretto, paragonare qualunque città italiana a una metropoli nordafricana.

- Plaudire al senso civico degli svizzeri che, se getti una carta per terra, ti mettono in galera. (Vedi seguente)

- Stigmatizzare l'eccessiva rigidità degli svizzeri che, se getti una carta per terra, ti mettono in galera.

- Avere predisposto contenitori domestici per la raccolta della carta, della plastica, del vetro, del metallo e dell'umido ma, con l'eccezione di quest'ultimo (che puzza), svuotarli solo quando hanno già tracimato sul pavimento e trasformato la cucina in una discarica. Dolersene.

- Stupirsi che il partner, plurilaureato, continui a non capire quale sia il raccoglitore dove vanno gettati i tetrapak del latte.

- Ricordarsi di dire che sotto tutte le grandi città ci sono città-ombra abitate da milioni di topi. Sparare cifre a caso sul numero degli stessi per ogni umano (da dieci a diecimila). Secondo l'ingenuità dell'uditorio, valutare se sostenere che sia solo questione di tempo prima che i roditori prendano possesso del pianeta.

- A giudicare da quanto rubano sulla rimozione dei rifiuti si direbbe sia un business ben più lucroso del commercio della droga. Concionare sul tema.

- I cinefili possono sfoggiare competenza facendo sapide distinzioni tra la filmografia del "Monnezza" (Sergio Marazzi o Maraschi) e quella del maresciallo, poi ispettore, Nicola "Nico" Giraldi, detto "Er pirata", spesso confusi, giacché entrambi interpretati da Tomas Milián.

- Interrogarsi sui rovistatori nei cassonetti: cosa recuperino, a chi vendano, chi li organizzi. In ogni caso, tuonare contro. Di seguito, fare partire un pippone in cui si definiscono i confini tra la civile tolleranza e la licenza di fare tutto quel che passa per la testa. Arabescare a soggetto.

- Avere armadi e cassetti pieni di batterie scariche perché il raccoglitore speciale, che dovrebbe stare davanti al negozio di elettrodomestici, è latitante da due anni.

- Non riuscire a comprendere come sia possibile che il cassonetto sotto casa erutti senza soluzione di continuità quintali di rifiuti, nonostante il camion della raccolta continui a sferragliare per ore sotto la finestra della vostra camera da letto ogni notte. Lamentarsi a soggetto.

- Dire che risolvere la questione dei rifiuti a Roma è facile come vincere al gratta e vinci senza comprare il biglietto. Di seguito deplorare il disfattismo.

- Notare che i servizi del telegiornale sull'emergenza rifiuti (ad anni alterni a Roma o a Napoli) hanno inavvertitamente sostituito quelli sul delitto dell'estate. Trarne deduzioni sociologiche alla buona.

- Ad ogni emergenza rifiuti ricordare dolentemente, oltre a tutti gli altri problemi, la figuraccia che facciamo davanti al mondo.

- Ricordarsi sempre di insinuare il dubbio che la raccolta differenziata sia solo uno specchietto per le allodole, perché poi sappiamo bene che va tutto insieme. Cercare il consenso degli interlocutori con lo sguardo.